Rimini, il racconto choc delle vittime: «Durante lo stupro diceva: I kill you»

Rimini, il racconto choc delle vittime: «Durante lo stupro diceva: I kill you»
di Valentina Errante
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Mercoledì 6 Settembre 2017, 00:14 - Ultimo aggiornamento: 7 Settembre, 20:27

Una brutalità inaudita. Un sadismo esasperato. «Mi dicevano: “I’ll kill you”, ti ucciderò», racconta ai pm la turista polacca stuprata dal “branco” di Rimini mentre il suo compagno veniva picchiato e rapinato. Violenza sessuale di gruppo aggravata, rapina e lesioni. I tre minorenni e il ventenne congolese responsabili dell’aggressione choc avvenuta nella notte tra il 25 e il 26 agosto, restano in carcere. Per i minori, oltre che per Guerlin Butungu, il maggiorenne che per i pm è il capo del gruppo, il gip ha disposto la detenzione in un istituto di custodia. Per il giudice «l’inaudita gravità dei fatti è espressione di un elevatissimo spessore criminale e di particolare ferocia». L’incubo è ricostruito nell’ordinanza d’arresto. È cominciato con uno stentato «Where are you from?» pronunciato da uno dei carnefici che «si è materializzato in maniera fulminea» davanti alla giovane e al fidanzato, che erano in spiaggia seduti su un telo. «From Poland», hanno risposto loro. Poi, l’orrore, riepilogato a verbale dalla vittima: «L’uomo ci ordinava: “Dateci il portafogli e i telefoni”. Poi repentinamente venivamo aggrediti. Il soggetto che avevamo di fronte subito colpiva» il ragazzo «al volto facendolo cadere a terra, mentre dall’oscurità si materializzavano davanti a me prima due persone poi un terzo che mi immobilizzavano, buttandomi di schiena sulla sabbia e colpendomi al volto, alla testa e sul corpo». La ragazza riusciva a vedere il compagno lì vicino, «era immobilizzato pure lui sulla sabbia con una persona sopra. Mi tenevano per la gola quasi da strozzarmi, facendomi rimanere senza respiro». Una violenza «interminabile, durata più di venti minuti» durante la quale «mi dicevano in inglese “I kill you” e sentivo che il mio amico veniva picchiato brutalmente». Stremata, «senza poter in nessun modo reagire neppure urlando», senza forze e impaurita, ma cosciente, «la ragazza è stata quindi trascinata in acqua e poi di nuovo sulla spiaggia, immobilizzata e ancora violentata», annota il gip. Ad un certo punto, il giovane ha vomitato e ha chiesto di poter bere, perché soffriva d’asma, «ricevendo come risposta che potevano offrirgli solo acqua di mare», si legge ancora nell’ordinanza. Le vessazioni sono proseguite per un tempo che alle vittime è parso lunghissimo, durante il quale gli aggressori hanno picchiato lui e abusato di lei con «brutalità e inutile cattiveria». Le stesse violenze sono state riservate anche a una transessuale peruviana.
LA MISURA
Le immagini delle videocamere che hanno permesso il riconoscimento e la confessione dei minorenni hanno lasciato pochi margini ai dubbi. Scrive il gip nella convalida con la quale dispone il carcere per i minori che la custodia cautelare «è l’unica misura adeguata in considerazione della pericolosità degli indagati e della necessità di tutela della collettività a fronte della facilità dimostrata nel commettere crimini efferati». Le parole riservate al capobranco sono ancora più pesanti: «Non solo Butungu partecipò alla violenza sessuale di gruppo e agli atti predatori, ma fu proprio lui a scatenare il branco, a dirigere la brutale aggressione, a impadronirsi per primo del corpo delle giovani donne per dare sfogo ai propri bestiali istinti». Il giudice stigmatizza: alle vittime sono state inflitte «inutili sofferenze» con «spregiudicatezza, brutalità e cattiveria». Le azioni degli indagati hanno suscitato «un allarme sociale di proporzioni rare». Secondo il gip, per «l’insensibilità dimostrata a fronte delle invocazioni disperate di aiuto delle vittime» gli arrestati sono in grado di commettere «senza alcuna titubanza atti turpi e spregevoli». 
I VERBALI
Interrogato, Butungu scarica sui minorenni. Loro accusano il congolese: «Obbedivamo ai suoi comandi perché ci comprava da bere e da mangiare. Ci offriva le sigarette, era pericoloso». Parole che, per il gip evidenziano «personalità gravemente inconsistenti e incapaci di rendersi conto dell’estrema gravità delle condotte realizzate e, pertanto, altamente esposte al rischio di commettere nuovamente fatti di questo genere». Il capobranco, intanto, ha cambiato versione: ieri, davanti al gip, ha sostenuto di non aver abusato della giovane turista polacca e di aver “solo” tenuto fermo il suo compagno, mentre gli altri del branco abusavano sessualmente della donna. 

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