I NODI
Il problema è che i terroristi, dopo avere rinunciato a scagliare gli aerei nei grattacieli, e i camion nelle isole pedonali, si impegneranno a trovare una nuova tecnica per colpire, con determinazione crescente, le persone più fragili e indifese. Maggiore è la nostra capacità di allontanare i terroristi dai centri nevralgici delle democrazie occidentali - come le cabine-guida degli aerei e le aule dei parlamenti - tanto più pericolosi diventano i luoghi frequentati dalle persone comuni, come i bar, gli asili e le isole pedonali. Avendo combattutto efficacemente contro i terroristi, abbiamo creato l’era del terrorismo totale. Non esistono più luoghi sicuri per i cittadini comuni. Gli unici a non rischiare di subire un attentato terroristico sono gli uomini politici con le scorte, come abbiamo visto il 13 novembre 2015, quando i kamikaze dell’Isis non riuscirono ad avvicinarsi alla tribuna dello stadio, in cui sedeva Hollande, durante la partita di calcio tra Francia e Inghilterra.
L’OCCIDENTE
I capi dello Stato Islamico hanno individuato il perno su cui ruotano le democrazie occidentali, che è il rapporto di fiducia tra governanti e governati, detto anche “consenso politico”. Stabilendo che i governanti non vengono colpiti, ma i governati sì, lo Stato Islamico, che sta morendo lentamente, ma inesorabilmente, vuole ottenere la sospensione della guerra contro il terrorismo jihadista attraverso il processo democratico, basato sui cittadini che fanno delle richieste e i governanti che danno delle risposte.
Per sconfiggere un avversario temibile, occorre comprendere come ragiona. L’accesso alla sua mente consente di prevedere ciò che farà. E ciò che farà lo Stato Islamico è chiaro: utilizzare il processo democratico per ottenere la fine dei bombardamenti contro le sue postazioni in Siria e in Iraq, diventare più forte e metterci sotto scacco.
LE DOMANDE
Chiarito ciò, dobbiamo domandarci quale sia il perno su cui ruota la strategia dell’Isis nelle nostre società. Tale perno è l’integralismo islamico. Mentre il nostro punto vitale è un processo politico-istituzionale; il punto vitale dello Stato Islamico è un processo culturale che crea i cosiddetti “lupi solitari”, a cui sembra appartenere anche l’attentatore di Nizza, i quali sono legati allo Stato Islamico non militarmente, ma culturalmente. Non ricevono ordini da al-Baghdadi, ma dalla loro coscienza radicalizzata, che esalta la figura di al-Baghdadi e il tipo di società che ha creato. Occorre infatti distinguere tra lo Stato Islamico, che è un’organizzazione proto-statuale con capitale a Raqqa, in grado di amministrare alcuni territori in Siria e in Iraq; e l’Isis, che è l’“etichetta” con cui i lupi solitari, e alcuni gruppi jihadisti, danno un nome al sentimento che hanno nel cuore.
Nel breve periodo, il nostro problema è di natura militare e consiste nella lotta per arrestare i camion dei terroristi. Nel lungo periodo, il problema è di tipo pedagogico e consiste nell’arrestare la diffusione di un sentimento chiamato Isis. Non è possibile pensare che tutti i problemi saranno risolti dalla polizia. Questo atteggiamento degli intellettuali è deresponsabilizzante quanto furbesco.
© RIPRODUZIONE RISERVATA