L’ANNUNCIO IN TV
Tutti in aula hanno ricordato l’annuncio che Crocetta fece nell’Arena di Massimo Giletti nel febbraio del 2013, quando eletto da appena quattro mesi annunciò che avrebbe abolito le province. Un mese dopo, mentre Graziano Delrio, appena entrato in Parlamento incominciava a lavorare alla sua riforma per le province delle regioni ordinarie, effettivamente l’Ars approvava la prima norma sull’abolizione delle province e un anno dopo, istituisce i liberi consorzi di comuni. Ad agosto nell’anno scorso poi viene introdotta la norma per le elezioni di secondo livello proprio sulla linea della legge nazionale. Adesso invece si ritorna all’origine con un disegno di legge che pur non modificando il nome ai liberi consorzi, reintroduce l’elezione diretta. Norma che per il deputato Pd Giovanni Panepinto sarà impugnata poiché in contrasto con la riforma Delrio.
LO SPOT
Anche per l’assessore regionale all’Agricoltura Antonello Cracolici, «la decisione del parlamento siciliano di approvare gli articoli della legge che ripristina l’elezione diretta a suffragio universale del sindaco metropolitano è una palese violazione della norma nazionale» e denuncia: «Questa legge rappresenta uno spot che servirà soltanto a fare propaganda elettorale.
E’ evidente che questa legge sarà inevitabilmente impugnata dal governo nazionale». Per il deputato di Forza Italia, Vincenzo Figuccia, primo firmatario della riforma, al contrario, «abbiamo messo fine alla riforma più strampalata di Rosario Crocetta. Le ex province sono state massacrate da scelte scellerate del Pd per cinque anni. Ora si vede un po’ di luce. Torna anche la democrazia con il voto a suffragio universale». Alla fine, con 32 favorevoli su 47 votanti, a fronte di un’assemblea che conta 90 deputati, la legge passa. Solo pochi giorni fa, sempre in questo rish finale agostano, l’Ars aveva dato un altro colpo alle riforme volute da Crocetta. Anzi, proprio a uno dei suoi primissimi provvedimenti, quando appena insediato cancellò il mega ufficio stampa regionale formato da 24 giornalisti. L’Assemblea regionale con un voto bipartisan ha approvato un impegno di spesa di 650 mila euro l’anno per la reintroduzione dell’ufficio stampa, formato questa volta da 20 giornalisti, di cui la metà però, da pescare tra quelli che facevano parte del vecchio ufficio stampa abolito.
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