Il primo disegno, e il primo disegno retribuito?
«Lo studio è al piano di sopra. Non mi dò orari, né inizio presto; prima, perdo tempo. Ma poi, vado avanti fino alle tre di notte. Disegno in bianco e nero quando c’è la luce artificiale, e a colori il pomeriggio. Ho una collezione di un centinaio di coltelli, specie multiuso, alcuni cinesi; me li portavo spesso gli amici dai viaggi. Amo le penne; i libri; un modellino di nave, il Bounty, lungo 60 cm».
IL MAESTRO CREPAX
Poi, racconta dell’altro figlio, Mario, che «si occupa di vino e di marmi, prodotti della zona»; di Guido Crepax «che è stato il mio primo maestro di carta, indimenticabile la sua Valentina; un giorno, già malato, è venuto a una mia mostra: glielo ho detto, era commossissimo. L’anno dopo, se n’è andato». «Ma lei capisce che l’erotismo, in senso fisico, manda avanti il mondo? La donna più bella? Direi Venere, incarna il mito. E tra le mortali, qualche attrice; mi piace molto Linda Fiorentino». E, tra 100 anni, «mi piacerebbe che qualcuno guardasse ancora i miei libri, li trovasse ancora interessanti». È il regalo che si fa, a futura memoria.
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