Il miracolo romagnolo: spiagge senza abusivi

Il miracolo romagnolo: spiagge senza abusivi
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 19 Luglio 2017, 00:09 - Ultimo aggiornamento: 20 Luglio, 15:15
Voilà. Ecco gli unici nove chilometri di spiaggia italiana senza l’ombra di un vucumpra’. Incredibile ma vero. Da Milano Marittima a Pinarella di Cervia, sulla riviera romagnola, non si vede un ambulante manco a pagarlo. Zero. Eppure fino all’anno scorso sotto gli ombrelloni e tra i lettini era un continuo via vai. Ogni cinque minuti passava un venditore di colore carico di mercanzia a proporre asciugamani, chincaglieria, borse, massaggi, tatuaggi, bigiotteria, giocattolini, orologi. E poi di nuovo, a ritmo cadenzato, fino al calar del sole. Il bazar in riva al mare, una specie di suk, ormai parte del rituale vacanziero. «Noi siamo riusciti a debellare il fenomeno. Nove chilometri di spiaggia bonificati» annuncia orgoglioso il primo cittadino di Cervia, Luca Coffari, forse l’unico sindaco italiano che finora è stato in grado di realizzare l’ardua impresa, avendo trovato il sistema di bloccare il racket della vendita illegale di merce contraffatta e scoraggiando pure gli acquisti in riva al mare.

FARE SISTEMA
Coffari, Pd, favorevole allo Ius soli e al rispetto delle regole, si è fatto promotore di un progetto sistemico. «Fino all’anno scorso le nostre spiagge erano come tutte le altre spiagge. Un via vai continuo di venditori, scarso decoro, denunce di furti da parte dei bagnanti, negozianti scontenti, disagi vari. Così abbiamo iniziato diversi mesi prima a lavorare sistematicamente a fianco della Questura, della Prefettura, della Guardia di Finanza, soprattutto al porto di Ravenna. Poi abbiamo fatto cartello con la cooperativa dei bagnini e incaricato 30 agenti di polizia municipale a presidiare mattino e sera i nove chilometri di spiaggia. Girano sia in divisa che in borghese». Un lavoro quotidiano a bordo di piccole auto. Ogni tanto succede di trovare qualche ignaro venditore ambulante con la sua mercanzia che viene rincorso sul bagnasciuga dagli agenti. La fuga sulla sabbia lasciando a terra borsoni con dentro cinture e magliette di finte marche.

«Vi è un controllo del territorio completo grazie ad una divisione netta di compiti. Sulla spiaggia i pattugliamenti, al porto di Ravenna opera la Guardia di Finanza e in previsione dell’apertura della stagione balneare viene fatta una operazione meticolosa di sgomberi di capannoni e edifici trasformati in dormitori da immigrati, irregolari, venditori ambulanti. Infine è stata promossa una campagna informativa a tappeto». Due volte al giorno i fonogrammi sulla spiaggia – quelli che per intenderci avvertono i bagnanti se si è perso un bambino e a quale bagno è possibile andarlo a recuperare - diffondono un messaggio in italiano, russo e tedesco per avvertire i bagnanti che è reato acquistare cianfrusaglie e che l’acquisto è punito con una sanzione pecuniaria di 25 euro. Si martella sulla legalità. «La multa è educativa. Per noi era importante riportare la legalità ad un livello accettabile. Il problema in passato era annoso e toglieva tranquillità ai bagnanti. Oggi al Comune di Cervia arrivano decine di lettere di persone che ringraziano». Sicurezza e legalità.

IL LEGHISTA
Sindaco è vero che ha ricevuto i complimenti di Salvini? «Sono stati elogi bipartisan. Il leader della Lega viene a fare le vacanze a Milano Marittima». Il programma con cui il giovane sindaco Pd ha vinto alle elezioni fa leva anche sul concetto di sicurezza – che non coincide «unicamente con la tutela dell’incolumità fisica dei cittadini o dei loro beni, ma si estende a tutti gli aspetti della loro vita, comprese la sicurezza stradale, la sicurezza sui luoghi di lavoro, la sicurezza derivante da un adeguato decoro urbano. Un obiettivo che si raggiunge primariamente garantendo un presidio su tutto il territorio». Ci si chiede dove nel frattempo sono finiti tutti i vucumprà, i lavavetri, gli zingarelli e i venditori che un tempo si incrociavano a Milano Marittima, nelle strade del passeggio serale. Già dove sono finiti? «Penso si siano spostati in modo massiccio verso il mar Tirreno». 
 
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