Mafia Capitale, 200 appalti sospetti per Buzzi

Mafia Capitale, 200 appalti sospetti per Buzzi
di Sara Menafra
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Martedì 6 Gennaio 2015, 22:02 - Ultimo aggiornamento: 7 Gennaio, 18:08
Quanto era ampia la rete delle commesse pubbliche stesa da Carminati e i suoi? Nei giorni scorsi, i carabinieri del Ros hanno consegnato a piazzale Clodio una nuova informativa su Mafia Capitale. Stavolta, come lo stesso procuratore Giuseppe Pignatone aveva spiegato nelle scorse settimane, l’obiettivo è fare il punto sulle commesse pubbliche ottenute dall’organizzazione mafiosa. Seguendo in particolare due filoni di indagine: da un lato, le commesse ottenute dal Viminale e dalle prefetture per la gestione dell’emergenza immigrazione e, dall’altro, la miriade di appalti approvata dal comune di Roma e dalle municipalizzate.



CRESCITA SOSPETTA

Il possibile giro d’affari si intuisce da alcuni dati contenuti negli atti che un mese fa hanno portato all’arresto di 37 persone, tra le quali lo stesso Carminati e il capo delle cooperative Salvatore Buzzi. In totale le cooperative della galassia sono 12, alle quali vanno sommate le partecipazioni in altri sei consorzi. Da capogiro anche il numero degli appalti conferiti dal comune di Roma. Tra il maggio del 1994 e il novembre del 2000, nel periodo in cui Francesco Rutelli era sindaco di Roma, la cooperativa 29 giugno di Salvatore Buzzi si è aggiudicata 11 appalti. Altri 65 sono stati aggiudicati dalla 29 giugno durante la giunta Veltroni, dal 2003 e il 2008. Mentre, con un ulteriore balzo in avanti che è costato all’ex sindaco l’accusa di far parte dell’organizzazione, ben novantasette appalti sarebbero andati alla cooperativa di Buzzi sotto la giunta Alemanno.



VENTI CENTRI DI ACCOGLIENZA

Anche nella gestione dell’emergenza immigrazione, Mafia Capitale si era fatta valere, grazie soprattutto all’aiuto dell’ex membro del Tavolo nazionale sui rifugiati ed ex capo gabinetto del sindaco Veltroni, Luca Odevaine. Attualmente, la coop 29 giugno gestisce anche altri nove centri di accoglienza per profughi, 5 per persone disagiate, 5 per minori e 135 appartamenti per accogliere i superstiti dell’emergenza sfratti della capitale.

Finora, la procura di Roma ha puntato a dimostrare soprattutto che l’organizzazione di Carminati e Buzzi si muoveva come fosse davvero una nuova mafia e a svelare il patto stretto a suon di mazzette con alcuni amministratori pubblici. Ora l’obiettivo è sistematizzare e approfondire, andando anche a ritroso, le commesse ottenute. Già in settimana gli inquirenti faranno il punto sugli atti ricevuti e decideranno come proseguire.



PECORARO IN ANTIMAFIA

Ripartono i lavori anche in commissione Antimafia dopo che a dicembre le sedute si erano chiuse tra le polemiche relative alle dichiarazioni del prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, visto che davanti ai commissari il funzionario pubblico aveva omesso di aver segnalato ai comuni laziali, tra le altre, anche le proposte di accoglienza abitativa ricevute dalle cooperative di Buzzi. Proprio per questo, il prefetto sarà convocato di nuovo quasi sicuramente la prossima settimana. Quindi sarà la volta dell’ex sindaco Alemanno che però, da indagato, potrebbe anche rifiutare l’invito e, infine, di Ignazio Marino.