Percorsi fissi e zone rosse: così si blinda il Giubileo

Percorsi fissi e zone rosse: così si blinda il Giubileo
di Cristiana Mangani
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Domenica 20 Settembre 2015, 22:51 - Ultimo aggiornamento: 21 Settembre, 16:32
ROMA - Sette itinerari concordati con il Vaticano, la città divisa per aree di intervento: Roma si prepara ad accogliere trenta milioni di persone. In queste settimane la Prefettura continua a sovrintendere ai lavori della segreteria tecnica che sta mettendo a punto il piano per la sicurezza. Un sistema di difesa che, probabilmente, sarà definitivo intorno a metà novembre. Nei giorni scorsi, nei luoghi considerati “caldi”, come la Farnesina, San Pietro e la Stazione Ostiense si sono viste “teste di cuoio” in azione. Fortunatamente si trattava di simulazioni, gli ordigni esplosivi erano finti, e l’attacco terroristico non è mai avvenuto, ma le operazioni sono servite a mettere a punto e a ritoccare il sistema di intervento da adottare in caso di necessità.

LA “ZONA ROSSA”

L’obiettivo del Viminale è di predisporre un piano che non lasci possibilità di rischio nella gestione della grande massa umana. E così sono stati individuati sette percorsi giubilari che verranno utilizzati per portare alle grandi basiliche, quelle dove ci sarà la maggiore affluenza, ovvero San Pietro, San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore e San Paolo. I tragitti da seguire sono stati studiati ad hoc per i pellegrini sia sul piano della viabilità che su quello della sicurezza. Il Comune avrà il compito di gestire il decoro urbano e la viabilità, la sicurezza spetterà alle forze dell’ordine e all’esercito. Il rischio è anche quello legato alla microcriminalità, dedita ai borseggi e agli scippi. Per questa ragione le strade scelte saranno super controllate. Una sorta di “zona rossa”, dove verranno istituiti presidi mobili sugli autobus e intorno alle banchine, e insieme con le forze dell’ordine entreranno in azione anche gli ispettori dell’Atac, ai quali spetterà il compito di effettuare controlli anti-borseggio.



L’ISCRIZIONE

La sicurezza vaticana, poi, ha già stabilito che chiunque voglia accedere a San Pietro debba prima “loggarsi”, ovvero iscriversi sul sito ufficiale del Vaticano, altrimenti sarà vietato l’ingresso. I grandi movimenti religiosi che si preparano ad arrivare in città hanno già inviato le loro richieste. Mentre la Questura di Roma ha dato il via al suo piano per la sicurezza alla stazione Termini. Saranno presenti agenti mimetizzati e militari nei luoghi a rischio, metal detector, telecamere di videosorveglianza agli ingressi e controlli nelle zone adiacenti. Sono cinquecentomila le persone che ogni giorno transitano in piazza dei Cinquecento, uno dei luoghi presenti nella lista degli obiettivi sensibili, e quindi due punti cardine del piano saranno togliere i parcheggi in via Giolitti e via Marsala e spostare le bancarelle di piazza dei Cinquecento in un'area meno caotica. Per evitare ulteriore caos.



Il tavolo tecnico, che lavora per la buona riuscita dell’operazione, punta a seguire la linea adottata per l’Expo. E non appena la grande esposizione chiuderà i battenti a fine ottobre, gli oltre 3700 uomini mandati di rinforzo a Milano, verranno ridistribuiti in Italia. A Roma, principalmente, ma anche in località come Gubbio, dove è prevista una grande affluenza di pellegrini.



L’EMERGENZA

È stato definito, poi, il programma di emergenza in caso di attacco terroristico di varia natura. Ognuno delle centinaia di punti sensibili della città avrà un file dedicato, che contiene un ordine ben preciso con un sistema a ingranaggi, e l’entrata in campo di forze dell’ordine e soccorritori. I casi più significativi per i quali si è pianificato l’intervento sono quelli di San Pietro e del Colosseo. Il piano per l’Anfiteatro Flavio stabilisce che nel raggio di chilometri dal punto dell’eventuale attacco, la zona venga messa in sicurezza e isolata, con l’intervento di Nocs, Digos, vigili del fuoco, protezione civile e ambulanze pronti a muoversi tra le cosiddette “zone calde” e “zone tiepide”. Soprattutto nell’ipotesi dello scoppio di un ordigno, i primi a raggiungere l’epicentro dell’attacco saranno i nuclei Nbcr (Nucleare biologico chimico radiologico) dei vigili del fuoco. I reparti antiterrorismo cintureranno la zona e le ambulanze resteranno nella zona tiepida per far partire i mezzi. Ai Fori Imperiali verranno sistemate una sala operativa mobile e un’area sanitaria per soccorrere eventuali feriti. Al Circo Massimo atterrerà l’eliambulanza. Da via dei Fori Imperiali a via San Giovanni in Laterano, l’arco di Costantino e dall’altra parte il parco di Colle Oppio, delimiteranno la zona calda e quella tiepida. In un eventuale attentato in piazza San Pietro, nel caso di un attacco all’interno dell’area del Vaticano, la zona calda verrà delimitata dalla piazza e dal colonnato del Bernini. Nelle piazze adiacenti arriveranno elicotteri ed eliambulanze pronti a decollare.

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