Generali, già centrati i target nessuna acquisizione in vista

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Giovedì 20 Novembre 2014, 06:06
IL PIANO
ROMA Gli obiettivi presentati meno di due anni fa sono già agli atti. E quelli che sono ancora da centrare arriveranno entro la fine dell'anno, con dodici mesi di anticipo. Mario Greco, il numero uno delle Generali, ha confermato agli investitori riuniti ieri a Londra per l'Investor Day quanto già annunciato nei mesi scorsi. Per le novità bisognerà aspettare il business plan che sarà presentato il prossimo 27 maggio, ma qualche anticipazione fa già capire la direzione che intende prendere il Leone di Trieste. Nessuna acquisizione, la crescita sarà organica e tutta in casa. Inoltre, la compagnia guarda a un pay out superiore al 40% a partire dal 2015 («l'unico limite è la cassa, attualmente pari a 1-1,6 miliardi», ha puntualizzato Greco) e punta ad accelerare sui risparmi (dal 14% al 16% dei costi al 2016). Non male, ma la Borsa non si è entusiasmata più che tanto visto che il titolo ha chiuso in progresso di appena lo 0,9% a 16,66 euro.
In particolare, Greco ha ricordato che Generali è in anticipo rispetto al piano sul target di aumento del Roe al 13%, mentre ha già raggiunto gli obiettivi di Solvency I superiore al 160%, quello della cessione di asset per 4 miliardi e quello di un free surplus sopra 2 miliardi. Tutto questo è frutto di «un turnaround molto rapido, di cui il gruppo è orgoglioso», anche perché conseguito «senza l'aiuto degli azionisti».
Quanto alla crescita, si giocherà nel centro e nell'est d'Europa. «Al terzo trimestre di quest'anno riportiamo una crescita del fatturato avvenuta principalmente in Europa», ha detto Greco. «Ci interessano anche i mercati extra Ue, ma dobbiamo crescere anzitutto nell'Ue», ha aggiunto il ceo, «e l'Italia guida questa crescita, ma anche la Germania si comporta molto bene». Sui fronti a rischio, nessun impatto dalla crisi Ucraina, visto che Generali «ha soltanto una quota minoritaria in Ingo». Quanto all'Italia, «non intendiamo scendere in Banca Generali», ha chiarito Greco, «c'è un legame molto forte». E nessun interesse per grandi accordi di bancassurance. Più in generale, i piani di Trieste non saranno ostacolati dalla congiuntura, ha poi promesso Greco. E il rating? Nel caso Generali «è troppo collegato al rating della Repubblica Italiana», ha spiegato il direttore finanziario Alberto Minali, «ma speriamo che le agenzie capiscano che una diversificazione come la nostra deve essere espressa anche nel rating». Quanto al voto plurimo, «non è qualcosa in discussione oggi», ha tirato dritto Greco.
R. Amo.
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