Acque e rifiuti, Veolia vuole le nozze con Suez per creare un colosso mondiale

Acque e rifiuti, Veolia vuole le nozze con Suez per creare un colosso mondiale
di Francesca Pierantozzi
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Martedì 1 Settembre 2020, 10:04
«Voglio creare la società di domani per il mondo di domani»: Antoine Frérot, ceo di Veolia, non ha esitato a usare toni epici per sostenere le nozze con Suez, suo storico concorrente nel settore dei servizi ambientali. L'offerta di acquisto è stata formalizzata domenica sera: Veolia propone di acquistare il 29,9% di Suez, rilevando la quasi totalità del 32% delle parti del capitale in mano al colosso energetico francese Engie, azionista di maggioranza. L'operazione sancirebbe la fusione dei numeri uno e due mondiali nella gestione delle acque e dei rifiuti. L'offerta di Veolia a Engie, valida fino al 30 settembre, mette sul piatto 15,5 euro cash per azione, il 27% in più in rispetto alla chiusura del titolo di venerdì e il 50% in più rispetto al prezzo registrato a fine luglio, quando il presidente di Engie, Jean-Pierre Clamadieu aveva annunciato l'intenzione di «ricentrare» le attività del gruppo, liberandosi di attivi non strategici e dando il via libera ad un'eventuale cessione di Suez. L'intera operazione valuterebbe la quota di Engie 2,9 miliardi e la totalità di Suez circa 9,7 miliardi.

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Se la proposta fosse accettata, Veolia sarebbe pronta al take over amichevole e a superare la soglia del 30% con una successiva «Offerta pubblica d'acquisto del saldo delle azioni di Suez» come ha precisato a Le Monde Frérot. Per il ceo di Veolia sarebbe un sogno che si realizza, il progetto su cui lavora da quando è arrivato alle redini del gruppo nel 2009 e che nel 2012 si era arenato. «La proposta di Antoine Frérot potrebbe consentire di trovare una buona soluzione», ha dichiarato una fonte di Engie vicina al dossier citata da Le Monde, secondo la quale anche se «l'accordo ancora non c'è, in compenso c'è una vera logica industriale». Non la pensa così Suez. Il presidente Philippe Varin e il direttore generale Bertrand Camus sarebbero stati messi davanti al fatto compiuto. Il gruppo ha detto di «prendere atto» dell'annuncio, precisando che «l'iniziativa di Veolia non è stata sollecitata né è stata oggetto di alcuna discussione con Suez». Il cda, riunito in serata, ha giudicato il progetto «carico di incertezze» e ha giudicato «la strategia proposta (da Veolia)» come «la fine di sinergie e la perdita di opportunità in Francia e all'estero», bocciando l'Opa. La Borsa, invece, ha spinto il titolo verso l'alto fino a sfiorare il 20%. Frérot ha comunque già avviato una campagna di persuasione: «Il nostro è un approccio inclusivo e amichevole», ha detto, certo che alla fine le squadre «manageriali» di Suez si convinceranno.

GLI EQUILIBRI

Partita anche l'operazione simpatia presso il governo, che con il 24% è primo azionista di Engie. Al premier Castex, Frérot ha assicurato che il progetto non prevede «lo smantellamento» di Suez e che non ci saranno «effetti negativi» sull'occupazione. «Lo Stato sarà attento agli impegni che prenderà Veolia in termini di garanzie sui posti di lavoro e di conservazione di asset strategici per la Francia», ha detto il ministro dell'Economia Bruno Le Maire: «lo stato azionista studierà con attenzione l'offerta con la governance e deciderà in funzione degli interessi di Engie e del mantenimento di una pluralità di attori nei servizi alle collettività locali». Per prevenire le obiezioni Antitrust, Veolia ha previsto di scorporare le attività della gestione acqua di Suez (Suez Eau France) che sarebbero rilevate da Meridiam. Potrebbe nascere un gigante da 45 miliardi di fatturato e 260 mila dipendenti nel mondo. Nel 2016 il gruppo Caltagirone è diventato primo azionista privato di Suez con il 3,5% del capitale dopo uno scambio azionario con la stessa Suez che è così cresciuta al 23,3% di Acea. 

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