Tullio Gregory

Tullio Gregory
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Giovedì 16 Ottobre 2014, 06:00
«Giovanni Reale ha rappresentato in Italia, per la cultura filosofica e per l'apprendimento, un punto di riferimento assoluto. Direi, fondamentalmente, per tre motivi».
Così Tullio Gregory, che dello studioso scomparso apprezza soprattuto l'impegno a tradurre e diffondere le opere di pensatori misconosciuti. «Reale è stato importante, dicevo. Ed ecco i tre motivi. Il primo: l'enorme mole di lavoro personale su Aristotele e sull'aristotelismo, che ha creato i presupposti per un grande panorama della filosofia antica in generale. Il secondo: una collana di studi filosofici che ha diffuso in italiano testi e autori sconosciuti, trascurati o poco praticati, vedi, per fare un esempio, Filone di Alessandria, noto anche come Filone l'Ebreo. Il terzo: la preziosa attenzione dedicata a tutti i neoplatonici e tardoplatonici, pensatori che molti hanno voluto vedere come fautori e protagonisti di un periodo decadente del pensiero, ma che in realtà risultano fecondi per l'approfondimento della filosofia religiosa e tardoantica».
Alcuni dei lavori che Reale ha dedicato ad Aristotele e agli aristotelici non sono stati esenti da critiche. «Sì, hanno suscitato discussioni e critiche. Ma i testi di filosofia antica dei quali ha promosso traduzione e diffusione hanno dato un contributo notevolissimo, ripeto, alla storiografia filosofica italiana».
R.S.
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