«Clan, rapporti anche con la giunta Marino» Scontro all'Antimafia

«Clan, rapporti anche con la giunta Marino» Scontro all'Antimafia
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Giovedì 18 Dicembre 2014, 05:54
LA POLEMICA
Il malaffare nella Capitale «si è fermato a giugno 2013, con il mio arrivo in Campidoglio». Ma Roma «è fatta di persone perbene: se ci sono state mele marce non significa che Roma sia una città malata, credo sia sana e sono onorato di esserne il primo cittadino». Ignazio Marino, questa volta, fa il pompiere e cerca di evitare che l'immagini della Capitale slitti verso una deriva da «città mafiosa» che danneggerebbe tutti. Nell'audizione serale alla commissione parlamentare antimafia punta a delimitare i confini delle infiltrazioni criminali a Palazzo Senatorio, restringendoli soprattutto alla passata consiliatura e attaccando frontalmente la passata amministrazione di centrodestra.
LO SCONTRO

Marino, durante l'audizione, è però protagonista di un serrato botta e risposta con la presidente Rosy Bindi: «La mafia si è insediata e ha fatto il salto di qualità con Alemanno ma è innegabile che ha avuto rapporti politici anche con la sua giunta», dice Bindi. «Il dato di fatto è che nessuno della mia amministrazione è indagato per associazione mafiosa», replica l'inquilino del Campidoglio, ricordando che «l'assessore Daniele Ozzimo e il presidente dell'assemblea capitolina, che si sono dimessi, sono indagati per corruzione». Ma, risponde ancora la presidente dell'Antimafia, «chi è indagato per corruzione in un'indagine per mafia è comunque un interlocutore e forse il terminale o l'arma impropria che viene utilizzata». Bindi incalza: «Lei esclude che Buzzi abbia finanziato la sua campagna elettorale?». Il sindaco risponde: «Assolutamente no. Non l'ho escluso e anzi lo affermo: Buzzi, come altre persone, ha finanziato la campagna elettorale con le cooperative e quei soldi sono soldi regolarmente denunciati alla Corte dei conti. E se neanche il Prefetto sapeva che Buzzi era un delinquente, come facevo a saperlo io?». Ancora la parlamentare Pd: «Sul controllo che spettava all'amministrazione sul funzionamento dei campi di immigrazione ci sa dire qualcosa?». La questione di rom, sinti e camminanti «non riguarda solo la nostra Capitale e non è di facile soluzione - replica Marino - ma noi l'abbiamo affrontata sin dall'inizio a partire dal riportare quelle strutture all'interno della legalità, con l'obiettivo di superarle definitivamente».
L'AFFONDO

«La mafia con la giunta precedente aveva posizioni di vertice - attacca il sindaco - Con la mia giunta ha certamente tentato di avvicinarsi e di infiltrarsi ma non è riuscita, perché non aveva alcuna posizione di vertice. Avevamo a che fare con una cupola criminale con ramificazioni inquietanti. Stiamo di fronte ad una sfida culturale. La legalità deve essere un elemento cardine della nostra giunta». Ma quei criminali, aggiunge, «hanno fatto patti solo con una parte di cattiva politica e cattiva amministrazione – incalza il chirurgo dem - Questa amministrazione da quando si è insediata ha voluto fare un'opera di prevenzione».
LA REPLICA

Alla fine dell'audizione a Palazzo San Macuto arriva la replica di Gianni Alemanno: «Domani (oggi per chi legge, ndr) firmerò la querela per diffamazione nei confronti di Marino, dove valuteremo anche le dichiarazioni fatte all'Antimafia - dice l'ex primo cittadino - Si tratta di un penoso tentativo di fare scaricabarile e fare velo agli accertamenti in corso in Campidoglio. Il sindaco si dimetta: solo così salverà il Comune dallo scioglimento per mafia».
Fabio Rossi
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