Il cadavere veniva sezionato. Tagliato con un coltellaccio e poi i resti buttati nell'ossario comune. Tutto alla luce del sole. È accaduto questo al cimitero Flaminio tra gennaio e febbraio scorso. A offendere i cadaveri per arrotondare lo stipendio, ingannando i familiari dei defunti, sono quindici dipendenti Ama e 4 impresari funebri. È una maxi inchiesta quella chiusa ieri dalla procura di Roma con accuse pesantissime che vanno, a seconda delle varie responsabilità, dalla truffa alla corruzione, dall'induzione alla corruzione al vilipendio di cadavere.
A questo punto c'è da chiedersi, cosa accade a Prima Porta? C'è infatti una prima inchiesta del pm Francesco Marinaro, anticipata nei giorni scorsi da Il Messaggero, che riguarda la truffa sulle cremazioni. Ovvero i vasi di terra consegnati ai parenti del defunto al posto dell'urna cineraria: la bara veniva seppellita, all'insaputa della famiglia, nell'area comune. In questo caso, alcune agenzie funebri, incassavano i soldi della cremazione, subito dopo il funerale, salvo poi non eseguirla. Mentre nella seconda indagine, quella delle salme fatte a pezzi, la truffa veniva servita ai parenti al momento dell'estumulazione. Quando per legge è necessario liberare, dopo 30 anni, il loculo. Il fascicolo è nelle mani del pm Pietro Pollidori.
Roma, la truffa sui defunti a Prima Porta: «Al posto delle ceneri solo terra e sassi»
Roma, a Prima Porta la truffa delle false cremazioni: i cadaveri fatti a pezzi
LA CREMAZIONE
Anche se i casi scoperti dal radiomobile dei carabinieri sono sei, in procura sono certi che questa operazione macabra sia andata avanti per molto tempo. Adesso per i 15 dipendenti Ama e per i 4 lavoratori di alcune agenzie funebri si profila all'orizzonte un processo con accuse pesantissime.
«Il mio cliente cade dalle nuvole e non comprende - spiega l'avvocato Salvatore Orefice, legale di un lavoratore dell'Ama - come possa essere stato coinvolto in questa inchiesta».
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