Roma, finte cremazioni al cimitero di Prima Porta: indagati 15 dipendenti Ama

Finte cremazioni al cimitero di Prima Porta: indagati 15 dipendenti Ama
di Giuseppe Scarpa
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Sabato 16 Maggio 2020, 10:48 - Ultimo aggiornamento: 10:50

Il cadavere veniva sezionato. Tagliato con un coltellaccio e poi i resti buttati nell'ossario comune. Tutto alla luce del sole. È accaduto questo al cimitero Flaminio tra gennaio e febbraio scorso. A offendere i cadaveri per arrotondare lo stipendio, ingannando i familiari dei defunti, sono quindici dipendenti Ama e 4 impresari funebri. È una maxi inchiesta quella chiusa ieri dalla procura di Roma con accuse pesantissime che vanno, a seconda delle varie responsabilità, dalla truffa alla corruzione, dall'induzione alla corruzione al vilipendio di cadavere.
A questo punto c'è da chiedersi, cosa accade a Prima Porta? C'è infatti una prima inchiesta del pm Francesco Marinaro, anticipata nei giorni scorsi da Il Messaggero, che riguarda la truffa sulle cremazioni. Ovvero i vasi di terra consegnati ai parenti del defunto al posto dell'urna cineraria: la bara veniva seppellita, all'insaputa della famiglia, nell'area comune. In questo caso, alcune agenzie funebri, incassavano i soldi della cremazione, subito dopo il funerale, salvo poi non eseguirla. Mentre nella seconda indagine, quella delle salme fatte a pezzi, la truffa veniva servita ai parenti al momento dell'estumulazione. Quando per legge è necessario liberare, dopo 30 anni, il loculo. Il fascicolo è nelle mani del pm Pietro Pollidori.


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LA CREMAZIONE
Ebbene, almeno in sei occasioni i dipendenti della municipalizzata sarebbero stati scoperti dai carabinieri del nucleo radiomobile. In pratica, dopo 30 anni all'interno del loculo, scade il tempo per la permanenza della bara. Per questo si dispone l'estumulazione e poi il trasferimento dei resti, quasi sempre, nell'ossario comune. Capita, però, che in molte aree del cimitero il corpo si conservi in ottimo stato. Una notizia non sempre buona per i parenti del defunto. Perché i familiari sono costretti a mettere mano al portafoglio e pagare la cremazione. Ed è di fronte ad una spesa inaspettata che viene presentata l'opzione le faccio spendere di meno. Una richiesta presentata da alcuni dipendenti dell'agenzia funebre che poi dividono la busta dei soldi con i complici che vestono la divisa dell'Ama. Accade poi il rituale macabro. I parenti non sanno quello che succede. Non immaginano che ciò che rimane del loro caro verrà poi tagliato da macellai improvvisati. I parenti vengono allontanati mentre i dipendenti della municipalizzata afferrano i coltelli ed iniziano a sezionare la salma mummificata. Nel giro di una mezz'ora riducono il corpo in pezzi. Alla foiine, ciò che resta lo prendono e lo collocano nell'ossario comune.
Anche se i casi scoperti dal radiomobile dei carabinieri sono sei, in procura sono certi che questa operazione macabra sia andata avanti per molto tempo. Adesso per i 15 dipendenti Ama e per i 4 lavoratori di alcune agenzie funebri si profila all'orizzonte un processo con accuse pesantissime.
«Il mio cliente cade dalle nuvole e non comprende - spiega l'avvocato Salvatore Orefice, legale di un lavoratore dell'Ama - come possa essere stato coinvolto in questa inchiesta».
 

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