Il preside in moto entra in classe e parcheggia

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Domenica 7 Dicembre 2014, 06:11
LA STORIA
SULMONA Fuori piove e la moto non può bagnarsi: quale garage migliore se non un'aula della scuola che dirige. Il preside del Polo scientifico di Sulmona, Massimo Di Paolo, ha così pensato l'altro giorno di usare un'aula del liceo scientifico in via Togliatti per dare ricovero alla sua Bmw Gs: una potente moto da enduro con cui il preside si era recato a lavoro, ma che non ha potuto usare, al ritorno, per fare i cinquecento metri di strada che separano la scuola da casa sua, visto l'acquazzone che si era scatenato nel frattempo. Evidentemente non fidandosi della inviolabilità dei cancelli, visti anche i ripetuti furti avvenuti negli edifici scolastici della città nelle ultime settimane, ha così deciso che il portico all'ingresso non bastava per mettere al sicuro il mezzo e ha fatto accomodare il suo gioiello in aula.
Tra banchi e computer, la moto è rimasta in bella vista, grazie alla porta finestra dell'aula, fino al pomeriggio del giorno successivo. Immortalata da uno studente, però, l'immagine, non proprio educativa, è stata pubblicata su Facebook nella pagina satirica di «Ranalli fa ordinanze» con un commento sferzante: «In attesa della riapertura di Via Aldo Moro, al Liceo Scientifico il Preside ha adattato un'aula a parcheggio. Tutta la cittadinanza potrà fare lo stesso, in attesa del completamento della segnaletica e della fine dei lavori». E la reazione del popolo dei social network non si è fatta attendere: chi paragonando Sulmona a Springfield (cioè a un cartone animato), chi incredulo per quanto visto tanto da sospettare un fotomontaggio, chi ingiurioso e chi, come un professore della scuola, che lo ha persino giustificato. «Non vedo quale sia la notizia - ha spiegato il preside raggiunto telefonicamente -, pioveva e non ho potuto prendere la moto per tornare a casa. Così ho pensato di metterla al riparo dentro la scuola dove è rimasta solo un giorno». Fortuna che ieri a Sulmona è tornato il sole a fare spazio a scuola.
Patrizio Iavarone
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