Niger, l'Europa condanna il golpe e blocca gli aiuti: ecco cosa succede adesso

Bruxelles ha annunciato il taglio dei fondi per sicurezza e sviluppo: negli ultimi tre anni avevano toccato quota 503 milioni di euro

Niger, l'Europa condanna il golpe e blocca gli aiuti: ecco cosa succede adesso
di Gianluca Cordella
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Lunedì 31 Luglio 2023, 18:32

«Mohamed Bazoum rimane l'unico presidente legittimo del Niger». Più chiara di così la posizione della Ue non poteva essere: Bruxelles, sabato scorso, ha condannato pubblicamente con una dichiarazione chiara e inequivocabile il colpo di Stato in Niger, dove il generale Abdourahamane Tchiani ha rovesciato il governo scelto alle urne dai cittadini. Ma cosa comporta il muro contro muro dell'Europa?

La situazione

Bazoum è stato eletto nel 2021, in quello che è stato il primo trasferimento pacifico di potere sin dal 1960, anno in cui il Niger è diventato indipendente dalla Francia. Il leader eletto, attualmente detenuto nel suo palazzo dai membri della stessa guardia presidenziale, è considerato da Bruxelles alleato chiave contro le insurrezioni nella regione del Sahel.

Bazoum è visto come un alleato chiave degli sforzi occidentali per combattere le insurrezioni di matrice islamica nella regione del Sahel (la cinta di territori che taglia l'Africa subsahariana e include, oltre al Niger, Mauritania, Mali, Burkina Faso e Ciad). Non a caso il Paese è tra i principali destinatari di aiuti economici dalla Ue. Stando alle stime fornite dall'organismo stesso, Bruxelles ha già stanziato negli ultimi tre anni 503 milioni di euro per migliorare la governance, l'istruzione e la crescita sostenibile in Niger.

Fondi che adesso rischiano di sparire, lasciando il Paese in una situazione decisamente più critica.

Anche perché l'interruzione dei rapporti con il regime golpista ha già visto altri provvedimenti di questo tipo. La Francia che nel 2022 ha inviato aiuti in Niger per 120 milioni di euro ha annunciato l'interruzione delle relazioni con il Paese. Stesso discorso per gli Stati Uniti che hanno in Niger due basi militari che ospitano 1100 soldati e che, per questo, hanno inviato negli anni centinaia di milioni di dollari al governo locale come aiiuti per la sicurezza e lo sviluppo.

Il sostegno di Prigozhin

Di fronte a tanti che condannano, c'è qualcuno che il colpo di Stato lo loda e, anzi, lo incoraggia. Si tratta del capo della Wagner Yevgeny Prigozhin che già in passato aveva beneficiato dei colpi di Stato in Mali e Burkina Faso. Azioni che avevano comportato l'uscita dai paesi delle forze occidentali e il via libera conseguente all'ingresso dei mercenari russi. L'ex cuoco di Putin ha offerto ai golpisti l'aiuto dei suoi combattenti per riportare l'ordine nel Paese.

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