L'ex premier cinese Li Keqiang, 68 anni, è morto all'improvviso nella notte a causa di un attacco cardiaco. Era a Shanghai, dove stava trascorrendo un periodo di riposo: fino allo scorso marzo è stato alla guida del governo per dieci anni di fila, occupandosi di politica economica nello stesso periodo della salita al potere del presidente Xi Jinping, dagli inizi del 2013. I media ufficiali statali hanno riferito che «nonostante gli sforzi di salvataggio a tutto campo», l'ex numero due del Partito comunista cinese è deceduto «venerdì, 10 minuti dopo la mezzanotte».
Le reazioni e i post oscurati
La morte improvvisa di un leader di peso è di solito un momento politico impegnativo per il Pcc, nel mezzo del rallentamento economico e delle tensioni geopolitiche con l'Occidente. Come insegnano le scomparse dei leader del passato, per esempio Zhou Enlai e Hu Yaobang. Non a caso, pur se la vicenda è al primo posto delle ricerche sui social media in mandarino, tra cui Weibo, all'apertura dei post appare l'avviso che «il contenuto non può essere visualizzato secondo la legge», monito della censura del Great Firewall. Li, avvocato ed economista, ha lasciato la premiership a causa del limite dei mandati, cedendo il testimone a Li Qiang, l'ex boss del Pcc di Shanghai, nonché fedelissimo di Xi.
Le riforme
Quando entrò in carica nel 2013, i riformatori speravano che avrebbe servito sullo stampo di uno dei più illustri predecessori Zhu Rongji, che sotto la presidenza di Jiang Zemin istituì alcuni dei cambiamenti economici più audaci del Paese tra il 1998 e il 2003, inclusi i piani di privatizzazionie su larga scala.