Russi e ucraini si accusano a vicenda di averla infranta, la tregua decisa unilateralmente da Putin 48 ore prima del Natale Ortodosso russo e del Giorno della Natività, e respinta da Kiev come «una trappola ipocrita» che ha intenti mediatici. A parte qualche scambio d'artiglieria, a quanto pare fino a ieri sera il fuoco era cessato da parte russa lungo i 1100 km di linea di contatto tra i due eserciti, se non in risposta alle «provocazioni» ucraine che sono apparse più che altro come un modo per rimarcare il dissenso dall'iniziativa di Putin piuttosto che veri affondi. Ma la tregua comunque vacilla, e resta il timore che la guerra riprenda presto violenta, in particolare si addensano le nuvole sulla messa che terrà oggi il Primate metropolita di Kiev, Epifanio (capo della Chiesa ortodossa ucraina scissa nel 2018 da quella russa che risponde al Patriarca di Mosca, Kirill), per la prima volta nella Cattedrale della Dormizione, nel millenario Monastero delle Grotte sulle colline di Kiev che fino a pochi giorni era il caposaldo del clero ortodosso legato a Mosca. La vicepremier ucraina, Iryna Vereshchuk, mette in guardia i fedeli da possibili «attacchi terroristici russi nelle chiese nei territori temporaneamente occupati», e invita i cittadini a evitare i luoghi affollati. Ma a Kiev, approfittando di una pausa dei bombardamenti, i residenti sono comunque usciti per le compere di Natale.
IL CONTRATTO
Scaduto il contratto di affitto della cattedrale della Dormizione il 31 dicembre, il governo ucraino l'ha di fatto requisita, e ha autorizzato la Chiesa scissionista nazionale di Epifanio a celebrare la funzione del Natale ortodosso (almeno finché gli ucraini non decideranno di uniformare la data al 25 dicembre, secondo il calendario gregoriano). La guerra torna a essere uno scontro di civiltà e simboli, la religione ha il suo peso.
I BOMBARDAMENTI
Ieri non sono mancati, soprattutto prima del cessate il fuoco, bombardamenti russi specie a Kramatorsk e sulla stazione di vigili del fuoco a Kherson (con morti e feriti), così come contrattacchi ucraini in una serie di località elencate dallo stato maggiore russo per dimostrare che Kiev non rispettava la tregua. Nel frattempo, gli Stati Uniti annunciano aiuti militari a Kiev per altri 3 miliardi di dollari, e trapelano dettagli sulla fornitura e l'invio nei prossimi tre mesi (il tempo di addestrare i militari ucraini) di 40 blindati da combattimento tedeschi Marder. Fornitura che l'Ambasciata russa a Berlino condanna come «un altro passo verso l'escalation del conflitto». Zelensky ringrazia e si rivolge per Natale a tutti gli ucraini: «Siamo uniti nella fede in un'unica vittoria».