Guerra Ucraina-Russia, l'ambasciatore Stefanini: «Dietro l'offerta di Putin un atto di arroganza. Mediterraneo come nella guerra fredda»

L'ex rappresentante italiano presso la Nato ed ex consigliere diplomatico del presidente Napolitano: «I turchi i veri mediatori, Erdogan l'uomo in grado di condurlo»

di Marco Ventura
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Venerdì 6 Gennaio 2023, 07:20 - Ultimo aggiornamento: 09:24

L'annuncio di cessate il fuoco per il Natale ortodosso? «Un atto arrogante di Putin». Il no di Zelensky? «Inevitabile». È ancora in alto mare la via del negoziato tra russi e ucraini secondo l'ambasciatore Stefano Stefanini, ex rappresentante italiano presso la Nato ed ex consigliere diplomatico del presidente Napolitano. «Putin non aveva dato alcuna indicazione di voler rallentare le operazioni militari per il Capodanno e il Natale non ortodosso. La proposta di tregua temporanea è un segnale per riaffermare che le feste che contano sono solo quelle russe».

E questo spiega il no di Kiev?
«Zelensky non accetta che sia la Russia a dettare quando fare una pausa nei combattimenti sia pure temporanea, quindi l'ha rifiutata.

Eppure, un rallentamento delle ostilità, sia pure una breve sospensione, farebbe bene a tutti e queste pause a volte servono a preparare il negoziato. In ogni caso, si confermano l'incomunicabilità tra le due parti e l'arroganza russa nel voler giocare alle proprie condizioni. Putin propone la sospensione per il Natale ortodosso, dopo aver festeggiato quello non ortodosso con una pioggia di missili».

Come giudica il discorso di fine anno di Putin?
«L'approccio con cui ha annunciato il cessate il fuoco è lo stesso di quel suo tetro discorso e soprattutto della sua coreografia, circondato com'era di militari in tenuta da combattimento, non in stellette. Era un messaggio minaccioso, in cui ha confermato la sua visione di quella che si ostina a non voler chiamare guerra, come una questione interna alla Russia. Il suo nemico non era tanto l'Ucraina come nazione, come Stato che resiste alla sua aggressione, che per lui non esiste, quanto l'Occidente e la Nato che la sostengono».

Che cosa ci insegna l'attacco ucraino a Makiivka, con almeno 89 soldati russi morti, se non centinaia?
«È confermata la vulnerabilità delle forze russe, della loro trascuratezza: gli stessi comandi hanno sottolineato che i militari russi si portano e usano i telefoni cellulari al fronte. Quanto siano stati i telefonini a determinare il risultato disastroso di quell'attacco, è discutibile. Ci sono altre cose che potrebbero essere entrate in gioco, un deposito di munizioni troppo vicino alla parte residenziale della caserma esplodendo potrebbe avere ingigantito gli effetti deleteri. Gli ucraini compiono queste azioni non potendo e non volendo rispondere pan per focaccia ai bombardamenti russi, non ne hanno i mezzi né la copertura politica: il sostegno alleato è a condizione che le armi date a Kiev non vengano utilizzate per portare la guerra dentro la Russia. In pratica, i russi possono bombardare Kiev, gli ucraini non possono bombardare Mosca, e questo li mette in inferiorità rispetto alla letalità della guerra. Eppure, riescono a colpire dentro la Russia obiettivi mirati militari»

Il leader turco Erdogan è attivo come potenziale paciere.
«Erdogan a lungo termine può posizionarsi come il vero mediatore, potrà farlo quando entrambe le parti giungeranno alla conclusione che, magari di un cessate il fuoco. Per la pace occorre una trattativa, e Erdogan è l'uomo che può condurla. Si è già da tempo ritagliato un ruolo positivo favorendo l'intesa per l'esportazione del grano. Pensa alla politica interna, il 2023 è un anno elettorale cruciale, si gioca il tutto per tutto. Le elezioni non si vincono con la politica estera, ma certo una mediazione di successo può aumentare la sua aura di grande statista».

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C'è un salto di qualità nelle forniture di armi dall'Occidente?
«C'è una progressione graduale, la Francia per esempio fornisce veicoli corazzati o carri armati leggeri quando per mesi questa richiesta di Kiev è stata respinta. La convinzione è che se si vuole il negoziato, bisogna dare all'Ucraina la capacità di arrivarci da una posizione di forza militare, e quindi bisogna continuare ad armarla»

Una fregata di nuova generazione russa con missili ipersonici è partita per il Mediterraneo?
«La presenza di questa fregata con questi missili che i russi considerano imbattibili, sicuramente è inquietante, ma non muta gli equilibri. I Paesi europei sono già da tempo vulnerabili ai missili russi, compresi quelli con testate nucleari. Gli Iskander installati da Mosca a Kaliningrad possono raggiungere la Germania, potenzialmente armati di testate nucleari. Nel Mediterraneo siamo tornati alla guerriglia di posizionamento di navi e sommergibili cui eravamo abituati nella guerra fredda, il che rende il ruolo dell'Italia, piazzata in mezzo al Mediterraneo particolarmente importante. E legittima a posteriori il nostro investimento nella Marina in questi ultimi anni, dotandola di mezzi essenziali alla nostra difesa».

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