È guerra dei nervi nel Donbass. Il morale di entrambi gli eserciti è sotto la suola degli stivali e i russi, stando a fonti ucraine citate dall’“Institute for the Study of War”, si affidano sempre di più alla guerra psicologica che corre sugli smartphone, alla disinformazione elettronica e cibernetica della “guerra ibrida”. In particolare, com’era successo dal 2014 in poi per tutta la guerra del Donbass successiva all’annessione russa della Crimea e alla dichiarazione d’indipendenza delle Repubbliche di Donetsk e Lugansk, le minacce arrivano dritte nei cellulari dei singoli soldati. «Le forze russe - scrive l’ISW - intensificano le operazioni psicologiche e informative per danneggiare il morale dei militari ucraini». Il Gur, la direzione centrale dell’Intelligence ucraina, ha infatti riferito che «stanno arrivando messaggi di minaccia nei dispositivi personali degli ucraini in servizio per invitarli a tradire, deporre le armi, arrendersi o passare alla Russia. Messaggi mandati su una quantità di piattaforme: Sms, Telegram, Viber, Signal, WhatsApp».
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Tanto più inquietanti, in quanto il ricorso alla localizzazione spaventa i militari e le famiglie.
BATTAGLIA MENTALE
L’Associated Press ha raccolto una cinquantina di testi diversi, inviati sui cellulari lungo tutta la linea del fronte. Alcuni hanno la rima, slogan da marketing della guerra come «Leave and you will live» (Vattene e vivrai) o «Nessuno ha bisogno che i tuoi figli diventino orfani». Nel 2015, gli ucraini che difendevano il nodo ferroviario di Debaltseve ritrovarono nel cellulare un messaggio che sembrava venire dai loro commilitoni e diceva che il comandante aveva disertato. Roman Chashurin, carrista quotato dall’Ap, spiegò che gran parte degli Sms raccontava di superiori che tradivano e loro, i soldati, erano definiti «carne da cannone».
Sistemi che ai tempi dell’invasione russa della Georgia nel 2008 quasi non esistevano, ma che da allora sono stati messi a punto con l’aggiunta di tecniche per identificare le posizioni tramite le “firme elettrometriche”. Una volta, ai familiari dei soldati fu inviato un sms che diceva: «Vostro figlio è morto in azione». Subito dopo i genitori cominciarono a telefonare e partì l’attacco verso i punti nei quali si concentrava il traffico cellulare, non prima di un altro Sms: «Ritirati e vivrai». Testi ingegnosi parevano mandati dal governo: «Il bilancio del tuo account si è ridotto a 10Uah, grazie per il supporto all’Ato”, il comando unificato delle forze ucraine. Le tecniche sono note, utilizzano i «cell site simulators», simulatori di siti cellulari Stingray o dispositivi intercettatori Imsi, impiegati anche da decine di agenzie federali Usa per “ascoltare” e tracciare gli smartphone dei sospetti. Pure gli ucraini conoscono la guerra psicologica e in passato hanno finto tra l’altro, dando falsi ordini in inglese alla radio, che al loro fianco combattessero i marines. Per metter paura ai separatisti sventolando la bandiera a stelle e strisce.
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