Treni fermi e strade bloccate dal traffico, passeggeri a terra, stazioni nel caos, stop anche alla famosa metropolitana di Londra. La Gran Bretagna è paralizzata per il più grande sciopero degli ultimi 30 anni dei lavoratori del settore dei trasporti. Oltre 40mila membri del sindacato Rmt (Rail Maritime and Transport Workers) hanno incrociato le braccia per chiedere salari migliori, adeguati all'inflazione in crescita e lo stop ai licenziamenti.
La situazione: 4 treni su 5 cancellati
Una linea su due risulta chiusa e 4 treni su 5 sono cancellati. In tutto sono attivi solo 4.500 dei 20mila collegamenti ferroviari previsti ogni giorno. E la situazione non accenna a migliorare: gli organizzatori hanno già annunciato che la protesta andrà avanti per 3 giorni.
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Trattative fallite
Lo sciopero era annunciato. Le trattative sono andate avanti fino all'ultimo minuto ma non è stato possibile risolvere la controversia. «È chiaro che l'esecutivo Tory, dopo aver tagliato 4 miliardi di sterline in fondi da National Rail e da Transport for London, ha ora attivamente impedito una soluzione a questa controversia», è stata l'accusa del segretario generale dell'Rmt, Mick Lynch contro Boris Johnson.
Johnson: «Azione ingiusta e non necessaria»
La risposta del primo ministro britannico Boris Johnson non si è fatta attendere. Johnson ha bollato la protesta come «ingiusta e non necessaria» e ha ribadito che «il governo del Regno Unito ha sostenuto con 16 milioni di sterline l'industria ferroviaria. Abbiamo mantenuto in funzione le nostre ferrovie. Abbiamo sostenuto i lavoratori delle ferrovie e le loro famiglie. Abbiamo sostenuto l'intero settore».
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