Covid e guerra, le nuove teorie dei complottisti: i no vax ora sono pro-Putin. È allarme per oltre 230 siti

Lo ha rivelato l’ultima analisi di NewsGuard, che ha individuato anche 13 domini italiani. Ecco dove trova spazio l'informazione alternativa

Le nuove teorie dei complottisti, dal Covid alla guerra in Ucraina: i no vax ora sono pro-Putin. È allarme per oltre 230 siti (e arrivano le raccomandazioni)
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Martedì 5 Luglio 2022, 14:11 - Ultimo aggiornamento: 6 Luglio, 08:56

Dal Covid all'Ucraina, dal Green pass a Vladimir Putin il passo è breve. I complottisti si trovano di nuovo d'accordo e gli hashtag pro Cremlino impazzano sui social. Questo è quanto emerge da un'analisi comparata dei canali di “informazione alternativa” in diversi Paesi occidentali. Il copione degli azionisti del complotto è sempre lo stesso: la verità è censurata a livello statale per mantenere il controllo totale sulle persone, tramite la diffusione di bugie sui vaccini anti-Covid così come quelle su quanto starebbe accadendo realmente in Ucraina.

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Nuove teorie complottisti: dal Covid alla guerra in Ucraina

Il complottista, che si è sempre definito un non-complottista, c'è da sempre. Il problema ora è la capacità di espansione che il web ha messo in mano agli utenti. «Spesso queste teorie sono risposte facili per un mondo sempre più complesso», ha spiegato la specialista della disinformazione della Bbc Marianna Spring in un lungo articolo. L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha definito questo momento un'infodemia, ovvero un tempo in cui l’insieme di dati e notizie è confuso con falsità, a volte con effetti devastanti. Gran parte delle nuove teorie è legata all'avvento della pandemia da Covid-19 e va dai tamponi cancerogeni all’inesistenza del virus. E ora prendono sempre piu' spazio i filo putiniani. Basti pensare a come la comunità QAnon che ha superato i confini americani e, come spiega Newsguard in un report, è ormai radicata anche in Europa. Insomma la presenza maggiori e nuovi complotti è direttamente proporzionale alla necessità di strumenti di debunking affidabili.

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Le bufale sul Covid

Non a caso tra le teorie piu' diffuse in rete c'è questa: il Covid-19 non esiste. Poco dopo l'arrivo della pandemia per i complottisti non c'è stato alcun dubbio: il coronavirus non esiste. Sono i poteri forti di tutto il mondo a voler togliere ai cittadini tutte le libertà, e per questo si sono inventati la pandemia e di conseguenza i vari lockdown. Chi sostiene questa teoria ha manifestato in piazza in diverse parti del mondo, non rispettando, fra le altre cose, le misure di contentimento della pandemia, come indossare la mascherina e mantenere il distanziamento. E nonostante i fatti continuino a smentire queste tesi, ora con l'avanzata di Omicron e le sue varianti i No Vax tornano a farsi sentire a suon di «Adesso il virus lo sparano sennò non è possibile che un virus sopravviva anche d'estat»". Ma c'è anche chi è convinto che il ‘deep state’ è la regia di Covid-19. Alcuni credono infatti che il Deep State composto dall'élite americana stia orchestrando la pandemia, tenendo in scacco la poplazione con le numerose restrizioni. Non solo: secondo questa teoria del complotto anche il dottor Anthony Fauci, il volto della risposta alla pandemia di coronavirus degli Stati Uniti, è ritenuto un membro segreto dello 'stato profondo'. E per molti c'è anche una correlazione tra il virus e il 5G.

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L'allarme di NewsGuard

Quasi 100 siti che nel 2021 diffondevano fake news sulla pandemia lo fanno oggi sulla guerra in Ucraina. Lo ha rivelato l’ultima analisi di NewsGuard, il team di giornalisti che, a livello internazionale, si occupa di fact-checking e disinformazione. Ben 91 siti, di cui 13 italiani, già inclusi nel Centro di monitoraggio sulla disinformazione sul Coronavirus, sono stati inseriti anche in quello sul conflitto tra Russia e Ucraina. NewsGuard ha identificato 234 siti con disinformazione su Russia e Ucraina e sta monitorando le principali false narrazioni sulla guerra. Da febbraio 2022 a queste notizie sul Covid, secondo gli esperti di NewsGuard, si sono aggiunti articoli di disinformazione e propaganda filo-russa. Ad esempio sul fatto che il massacro dei civili a Bucha sia stato una messa in scena o che gli Stati Uniti stiano sviluppando armi biologiche contro i russi. 

E proprio come emerge da questo studio, anche le informazioni false sul COVID-19 e quelle sulla guerra tra Russia e Ucraina, per quanto diverse tra loro, spesso coesistono. Dei 91 siti elencati da NewsGuard, 57 sono ancora attivi sui social media: 43 sono su Twitter, 41 su Facebook, 23 su YouTube.

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Il caso del rapper francese

Teorie che trovano terreno fertile nel sottobosco del web ma anche nei profili pubblici di personaggi noti. È il caso, per dirne uno, del rapper francese Booba, che negli ultimi tempi aveva usato i suoi social per diffondere la sua verità riguardo alla pandemia da Covid condividendo le sue alternative con i soui oltre 5 milioni e mezzo di seguaci. Dalla fine del mese di febbraio però l'attenzione dell'artista si è spostata repentinamente oltre confine. Lo sguardo del rapper, il cui vero nome è Élie Yaffa, si è girato verso l'ucraina e i contenuti della sua bacheca sono "magicamente" cambiati, ora Booba si è allineato alla propaganda russa.

E fedele alle sue idee, ha anche annullato un contratto di sponsorizzazione con puma dopo che l'azienda ha annunciato il suo ritiro dalla Russia. 

A questo si aggiungono tutti i canali alternativi (da Telegram a Youtube, da Facebook a Whatsapp) in cui le informazioni controcorrente proliferano. I complottisti sono certi: i governi mondiali dopo due anni di falsa pandemia ora sfruttano la guerra in Ucraina per continuare a distrarre i cittadini talmente tanto da indurli solamente a obbedirli. 

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Il "gioco" dei ruoli nella guerra

Ora nel gioco del "risiko" che è la guerra i ruoli sono questi: la Russia fa parte dei "buoni" e gli alleati occidentali sono gli "oppressori" che altro non sono che pedine nelle mani degli Stati Uniti che vogliono mantenere il Nuovo ordine mondiale (indicato, in latino novus ordo mundi, in inglese anche con la sigla NWO corrispondente a new world order, una delle più vaste tesi complottiste secondo la quale un presunto gruppo di potere oligarchico e segreto si adopererebbe per prendere il controllo di ogni Paese del mondo in maniera totalitaria al fine di ottenere il dominio della Terra) costruito intorno a metà Novecento. 

Ma il limite di queste teroie non sta nella critica, che se costruttiva è da stimolo, sull'azione dell'Occidente, quanto sul clima di cospirazione che aleggia in ogni dove. 

«L'amplificazione delle narrazioni pro-Cremlino sulla guerra non riguarda in realtà la Russia, ma lo scetticismo continuo che questi gruppi hanno nei loro governi. L'attenzione del mondo è focalizzata sull'invasione della Russia. È naturale che l'Ucraina diventi uno dei principali argomenti di discussione nei gruppi cospirativi». ha spiegato Graham Brookie, direttore senior del Digital Forensic Research Lab del Consiglio Atlantico, che si occupa di fakenews. 

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La diffidenza verso l'informazione generale

La diffidenza verso l'informazione generale aumenta: che siano le mascherine o i vaccini o una guerra il terrore delle persone di essere manipolate è sempre dietro l'angolo e negli angoli della paura si annidano le teroei complottiste. Le teorie del complotto chiamano altre teorie del complotto», ha sostenuto Rudy Reichstadt, direttore del sito web Conspiracy Watch. 

«La sfera della cospirazione è una specie di guscio vuoto che si aggrega man mano che le notizie si sviluppano», ha spiegato Pauline Talagrand dell’Agence France-presse.

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I siti "pericolosi"

Così mentre i media tradizionali cercano di bloccare i contenuti complottistici sul web è un crescendo di diffusione di fakenews. Su Odysee, piattaforma di video-sharing, ad esempio, è possibile accedere ai contenuti dell’emittente russa pro-Cremlino Rt, bandita ufficialmente dall’Ue, e a fianco di queste immagini si trovano una serie di notizie sulla reale esistenza e del Covid-19. Secondo i complottisti il numero di morti ucraini sono tutti falsi, dati dati in mano all'opinione pubblica per impietosire e alimentare il sentimento anti-russo. C'è poi QAnon e i siti ad esso affiliati che inducono le persone a pensare che la vera motivazione alla base della guerra  sia quella che Mosca chiama “operazione militare speciale” cioè la difesa dei bambini russi dagli abusi sessuali degli ucraini. La tesi è netta. La guerra in Ucraina sarebbe stata scatenata dalla Russia con l’obiettivo di salvare l’umanità da un nuovo e terribile virus che sarebbe stato messo a punto dagli scienziati ucraini con l’appoggio della Nato (naturalmente). Per questo Vladimir Putin è intervenuto. Ovviamente anche questa una teoria del complotto che, abbiamo raccontato qualche mese fa, che circolava nei canali Telegram dei No vax secondo quanto scrivono i servizi segreti occidentali: «Questa tesi, diffusa sui canali riconducibili alla teoria di QAnon è rilanciata e avallata da contenuti che argomentano quelle che sarebbero le “reali” motivazioni dell’attacco russo. Tra le principali, ad esempio, la pubblicazione su un canale Telegram filo-russo di documenti del Ministero della Salute ucraino, poi acquisiti anche dal Ministero della Difesa russo, contenenti una lista di agenti patogeni distrutti nei laboratori di Poltava e Kharkiv, che alcuni scienziati stavano studiando in Ucraina».

L’AdnKronos poi ha scritto che uno dei canali principalmente coinvolti nella disinformazione pro-Russia «risulta essere The Storm Q17, originariamente pro-Trump, con più di 61 mila iscritti e militante nella nota campagna QAnon». Stesse strategia di disinformazione sarebbe stata riscontrata sul noto canale V_V e i canali ad esso affiliati, che diffonde messaggi di propaganda filo-russa alternandoli alla tematica di riferimento no-vax e anti-dittatura sanitaria.  Le false narrazioni sull’Ucraina, molte delle quali promosse dagli apparati di propaganda del Cremlino, circolavano online già mesi prima che le forze russe invadessero il Paese il 24 febbraio 2022. Dalle affermazioni false riguardanti un presunto genocidio perpetrato dall’Ucraina nei confronti dei suoi abitanti di lingua russa, fino all’idea che l’ideologia nazista sia radicata nella leadership politica del Paese: queste sono solo alcune delle narrative utilizzate per giustificare l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Ad oggi, il team di NewsGuard ha identificato e sta monitorando 234 domini – alcuni dei quali hanno già dato spazio in passato a propaganda e disinformazione filo-russe – che hanno pubblicato informazioni false sul conflitto tra Russia e Ucraina.

archivioFakeNewsNuovoCoronavirus.jsp

Alcune fake sulla guerra

Kateryna Prokopenko, moglie del comandante del Reggimento Azov in Ucraina, è una neonazista. Il cittadino francese che ha perso la vita nella regione ucraina del Donbas non era un giornalista, ma un mercenario. Hunter Biden ha contribuito a finanziare un programma di ricerca sulle armi biologiche in Ucraina. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è russo e quindi non è un presidente legittimo. Alcuni abitanti della città di Tampere, in Finlandia, hanno filmato un treno che trasportava centinaia di carri armati ed equipaggiamenti militari al confine orientale con la Russia nel maggio 2022, dopo l’ulteriore passo del Paese verso l’adesione alla NATO. E anche l'Ucraina che sta vendendo le armi in eccesso all'Africa. Queste sono solo alcune delle fake-news che circolano.

Una disinformazione che non ha confini. In Spagna è girata molto l’immagine, piu' e piu' volte smentita, del presidente ucraino Volodymyr Zelensky che indossa una maglietta con una presunta svastica. In Germania sono state diffuse voci che gli Stati Uniti avrebbero un laboratorio biologico segreto in Ucraina. In Francia si levano gli scudi in difesa della libertà d’espressione e d’informazione contro la presunta censura statale, secondo un modello già rodato in due anni di pandemia.

10 Raccomandazioni della Task Force sulla disinformazione e la guerra in Ucraina

Una disinformazione che spaventa a tal punto da far costituire il 3 marzo, l'Osservatorio europeo dei media digitali (EDMO), una task force sulla disinformazione e la guerra in Ucraina . Presieduta dalla dott.ssa Claire Wardle, la task force comprende 18 membri in rappresentanza del mondo accademico, del giornalismo, dei media e della società civile, provenienti da 10 paesi dell'UE, che agiscono a titolo personale. La task force si è riunita settimanalmente per discutere gli sviluppi e le tendenze in relazione alla disinformazione nel contesto dell'Ucraina e per progettare e guidare diversi progetti. L'attenzione si è concentrata sulla disinformazione, definita come affermazioni false e contenuti volti a arrecare danno o a fini di lucro. Sono 10 le raccomandazioni che il gruppo ha formulato per cercare di contrastare la disinformazione. 

1. Istituire un organismo permanente, indipendente dai governi e dalle piattaforme, con una rete di centri a livello dell'UE con l'obiettivo di prepararsi e rispondere alle sfide dell'informazione in corso e di emergenza

2. Costruire un'infrastruttura in rete per educare le persone alla disinformazione e all'alfabetizzazione mediatica

3. Richiedere alle piattaforme di condividere i dati relativi a diversi tipi di contenuto, sottoscrivendo il Codice di condotta relativo all'accesso ai dati da piattaforma a ricercatore

4. Garantire che le società tecnologiche applichino le loro politiche in termini di divieto di disinformazione finanziata tramite pubblicità, utilizzando l'esperienza di terze parti indipendenti e neutrali e la nomina di un revisore dei conti indipendente

5. Costruire sistemi di monitoraggio dei media sufficientemente sofisticati da catturare i flussi di disinformazione nell'intero ambiente informativo in più lingue

6. Applicare politiche per proteggere i giornalisti e rafforzare la libertà dei media

7. Attuare politiche per un processo decisionale trasparente in merito alla rimozione dei contenuti per garantire che vi siano standard e processi concordati per l'archiviazione di contenuti e dati in modo che possano essere utilizzati e compresi da pubblici ministeri, responsabili politici, giornalisti, verificatori di fatti, ricercatori e storici

8. Mettere in atto finanziamenti e sostegno per la salute mentale e il benessere di ricercatori, verificatori di fatti e giornalisti che lavorano su reportage di guerra e indagini sulla disinformazione

9. Sviluppare nuovi quadri etici per le iniziative della società civile e del governo che lavorano per combattere la disinformazione

10. Creare una riserva a livello dell'UE di ricercatori, centri universitari, giornalisti, verificatori di fatti e altri gruppi della società civile con le necessarie conoscenze tecniche, linguistiche e in materia per rispondere rapidamente alle future sfide dell'informazione

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