Le ultime "sciamane", oggi anche imprenditrici nell'allevamento delle renne e nella produzione di infusi naturali

Satu Paloosari
di Maria Serena Patriarca
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Domenica 7 Giugno 2020, 14:07

Suona il suo tamburo di pelle con un ritmo quasi ipnotico, e spiega in inglese i significati misteriosi dei simboli disegnati sullo strumento: Satu Paloosari è una delle pochissime donne sciamano viventi della Lapponia finlandese, erede di una tradizione che si va a perdere negli albori dei tempi e che si tramanda da generazioni nella sua famiglia.

La Finlandia è  il paese con il più alto tasso di emancipazione al femminile; donne “smart” che, sostenute da un substrato sociale che non le ostacola, guardano al futuro con una marcia in più. Donne che tuttavia non dimenticano il valore del loro passato, e le tradizioni più ancestrali. Proprio nella regione settentrionale del Paese, la Lapponia, fra paesaggi di rara bellezza vivono ancora le ultime sciamane, eredi di tradizioni antichissime tramandate oralmente. Le sciamane lapponi sono tenute in considerazione dalle comunità locali al pari dei loro “colleghi” uomini. Nella zona pianeggiante e, come tutto il paesaggio finlandese, ricchissima di laghi della Lapponia finlandese fra Ruka e Kuusamo, si può ancora far visita ad alcune donne-sciamano che vivono nella solitudine della tundra.
 

 


Le loro abitazioni sono nelle fattorie dove, con spirito imprenditoriale al passo con i tempi, si dedicano all’allevamento delle renne e alla preparazione di infusi e tisane con erbe spontanee raccolte nei boschi: qui si respira l’aria più pura al mondo e, complice l'assenza di inquinamento, le erbe conservano intatti più che mai tanti poteri curativi e lenitivi. In questi ambienti, regno del silenzio che diventa quasi un lusso per disintossicarsi dallo stress della vita urbana, le sciamane, nelle caratteristiche case di legno arredate con pelli di renna, custodiscono il tamburo: lo strumento più sacro per intraprendere (o far intraprendere) il cosiddetto “viaggio sciamanico”. La renna da secoli è considerato un animale sacro, il tamburo è realizzato interamente con le pelli e le ossa di renna, animale “totemico” che viene onorato mentalmente ogni volta che la donna sciamano inizia a suonare il tamburo stesso. Ci sono pratiche specifiche e segrete con cui ogni sciamana “attiva” il potere energetico del suono del proprio strumento.

Come afferma Satu Paloosari: «Mio padre era uno sciamano. É da lui che ho ricevuto il mio ‘potere’. I simboli disegnati su questo strumento sacro ricalcano gli archetipi della natura e il ciclo di vita, morte, rinascita. Nulla di medico o di scientifico, è bene chiarirlo: con le pratiche sciamaniche si va ad agire, attraverso il ritmo incalzante o sincopato del suono, sulla sfera emotiva e inconscia di chi lo suona e di chi lo ascolta. Diciamo che dal tamburo sciamanico può arrivare un aiuto per recuperare il potere che ognuno di noi ha dentro di sé. Tutto questo perché il ritmo dello strumento dà voce alle forze arcane della natura». La simbologia dei segni disegnati sul tamburo, naturalmente, resta in parte segreta e solo gli sciamani la conoscono, all’interno della propria famiglia. La figura della sciamana lappone, a cui ancora molte donne del luogo si rivolgono, lavora sul recupero del rapporto con madre natura, per riequilibrare stati d’animo o  lenire ansia e paure. Come afferma Juha Pentikainen nel libro “Sciamanism and Culture”, lo sciamanesimo lappone, che apparentemente può sembrare una pratica arcaica appannaggio solo di studi antropologici, nella sua componente femminile riconsegna alle donne un potere ed un’autorità quasi sacri, che costituiscono una sorta di emancipazione al femminile ante litteram.
 
 

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