Ancora una manciata di ore e avrebbe finito il turno sulla Potes medicalizzata, e già pensava a cosa avrebbe fatto trovare in tavola di buono a figlia, genero e nipotino che aveva invitato a una cena post natalizia per la sera. Cinzia Mariotti, infermiera di 49 anni di Acqualagna, viaggiava sull’ambulanza insieme a Stefano Sabbatini, l’autista 59enne di Fossombrone e al medico 41enne Sokol Hoxha, che dall’Albania era finito a studiare medicina ad Ancona per poi prendere casa a Ponte degli Alberi. Colleghi e amici. Cinzia e Stefano anche qualcosa di più, quel lavorare insieme gomito a gomito a soccorrere e salvare vite aveva cementato un legame fortissimo. Ieri pomeriggio tutti e tre erano in servizio sulla Potes che da Fossombrone stava trasportando un paziente, Alberto Serfilippi, 85 anni compiuti il 23 dicembre, all’ospedale di Urbino. Un trasferimento di routine, una strada, la bretella della statale 73 Bis, che l’equipaggio conosceva bene, compresa la galleria Ca’ Gulino, una comoda 4 corsie di poco più di 800 metri. Ma in quel tragitto noto c’è stato un prima e un dopo, uno “sliding doors” che piomba nel momento in cui l’ambulanza viene inghiottita dal tunnel.
IL DOLORE
Sono da poco passate le 15. Fuori c’è una luce intensa, preludio a un tramonto di fuoco; dentro c’è buio, fuoco, dolore e morte. Cinzia, Stefano, Sokol e Alberto muoiono sul colpo, uccisi dallo schianto contro il pullman dei ragazzi in gita, mentre attorno si scatena un inferno di fiamme e fumo. Non basteranno le lacrime a spegnere quel rogo.