Federica Polverari morta il giorno prima di laurearsi: uccisa dalla malattia a Fano, aveva 27 anni

Lutto nelle Marche: la giovane nel luglio 2020 aveva perso una delle sue più care amiche

Federica Polverari morta il giorno prima di laurearsi: uccisa dalla malattia a Fano, aveva 27 anni
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Sabato 18 Novembre 2023, 09:43 - Ultimo aggiornamento: 10:29

Giovedì 16 novembre Federica Polverari doveva discutere la tesi di laurea in Social Design. La malattia l’ha uccisa il giorno prima, mercoledì, negandole l’ultimo sorriso. Aveva 27 anni, era di Fano, e la ragazza è morta nell’ospedale di Verona dove è stata ricoverata nelle ultime settimane per l’aggravarsi delle condizioni. Federica era molto nota nella comunità del Vallato, ma anche nel mondo scout e tra gli adolescenti di tutta Fano, avendo lavorato come animatrice per bambini con i pupazzi Tiro e Molla. Il post su Facebook dell'Adriatica & Borgo Volley che dice tutto. «Anche oggi è una triste giornata per la società. Purtroppo una della nostre ex-atlete ci ha lasciato prematuramente, Federica Polverari a soli 27 anni. Siamo uniti nel dolore alla famiglia e vogliamo ricordare Federica con le parole della sua allenatrice, Martina Betti: “ho allenato Federica per quasi 5 anni, dall'Under 13 all'Under 16 «Quando si allena una piccola giocatrice - si legge ancora sul post - per tutto questo tempo la si vede quasi come una figlia, e se è vero che bisogna trattare tutti allo stesso modo, è anche vero che abbiamo sempre delle piccole preferenze. Per me lei era, anzi lo è ancora, una di queste. .

Federica Polverari morta, la vicenda

 

Nelle sue foto su Facebook, la si vede spesso abbracciata ad Elisa Mascarucci, l’amica 24enne che l’ha preceduta in cielo nel luglio del 2020 per un malore improvviso. «I giovani della sua età sono sempre stati molto uniti ed oggi sono provatissimi dalla sua morte» ha detto don Francesco Pierpaoli, parroco di San Paolo, al Resto del Carlino, poche ore dopo che il feretro della ragazza, con sopra la sua tesi di laurea, era rientrato in città dove è stato vegliato per tutta la notte in chiesa. «Dobbiamo essere capaci di stare in questo vuoto che la sua morte ha creato – ha aggiunto don Francesco – per non cedere e per aprire gli occhi alla vita, al futuro, alla speranza.

Tra l’altro in tutto questo Federica ci ha aiutato molto, perché lei in questo anno di malattia ha soltanto parlato di vita con le sue scelte: di quanto nella sua vita l’appassionassero il suo studio, i progetti che aveva e che ha portato avanti fino all’ultimo».

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Sempre solare e disponibile, Federica è stata molto presente nella vita della comunità di San Paolo, come educatrice e catechista dei più piccoli, finché poi non ha iniziato a frequentare la Nuova Accademia di Belle Arti Naba di Milano, corso di laurea magistrale in Social Design. «Doveva discutere la tesi il giorno dopo la sua morte - prosegue don Francesco - con una sua amica di nome Noemi. Per la tesi dovevano ristrutturare una casa di suore, in un paesino di 60 anime in una valle in provincia di Lecco. Lei voleva ristrutturarla rendendola un po’ simile all’esperienza che aveva fatto a Casa Giovani con don Steven, una casa di accoglienza per giovani disabili. Aveva questo progetto nel cuore e la sua tesi oggi è sulla sua bara, perché era stata per lei motivo di grande gioia. Era entusiasta di questo lavoro» che ha portato avanti con passione, tra una chemio e l’altra. Oggi a San Paolo il suo funerale.

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