«Questa è l’ultima mossa possibile – assicura il sindaco Massimo Seri – per fermare una decisione che sta creando disagi e malumori fra i circa 2.000 cittadini passati a Mondolfo». In questo esito c’è molta responsabilità della Regione, che ha definito la platea referendaria (l’insieme di chi aveva diritto al voto) con criteri che dovrebbero essere impugnati davanti alla Corte costituzionale. Sarà questo, è facile prevederlo, uno dei temi da trattare nella riunione congiunta tra gli amministratori locali e i loro colleghi regionali, domani nel Municipio di Fano. Carne al fuoco ce n’è parecchia e spesso puzza di bruciaticcio: le scelte in fatto di sanità locale, il dragaggio del porto, le scogliere di Sassonia Sud solo per fare qualche altro esempio. Il referendum resta appunto uno fra i temi più sofferti già dai suoi presupposti: la Regione ha chiamato – cosa del tutto inusuale – i marottesi di Mondolfo a esprimersi sul destino dei circa duemila marottesi di Fano.
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