Uccise il padre a Latina, ha scontato la pena e torna libero Cristian Canò

Cristian Canò
di Elena Ganelli
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Venerdì 8 Febbraio 2019, 12:07
Da ieri è tornato completamente libero Cristian Canò, il ragazzo che nel dicembre 2012 aveva ucciso il padre nel corso di una violenta lite sulla spiaggia del lungomare di Latina. Canò da giugno dello scorso anno aveva lasciato il carcere di Rebibbia con un permesso di lavoro il cui termine scadeva il 19 aprile prossimo, in concomitanza con il termine della pena. Grazie ad una ulteriore riduzione di 90 giorni quel termine è stato anticipato e da ieri pomeriggio, quando i carabinieri gli hanno notificato l'atto, il ragazzo è libero. Un finale in sintonia con una storia che ha commosso l'Italia e che ha mobilitato amici, familiari e insegnanti sin dall'inizio. Cristian, appena 18enne, aveva ucciso il padre al culmine di una lite colpendolo con un pezzo di legno trovato sulla spiaggia perché stanco delle continue violenze nei confronti della madre. Un gesto di rabbia del quale si era pentito subito e che gli è costato un'accusa di omicidio volontario. Accanto a lui, sin dal primo momento, gli avvocati Angelo e Oreste Palmieri. In primo grado il processo con il rito abbreviato si era concluso con una condanna a 14 anni di carcere ma la concessione degli arresti domiciliari che il giovane ha utilizzato per studiare e prendere il diploma di scuola superiore con l'aiuto di compagni e insegnanti che andavano ad aiutarlo a casa.

Poi la sentenza di appello con la quale a Cristian è stata riconosciuta l'attenuante della provocazione che ha consentito di ridurre la pena a soli otto anni di carcere diventati sette e mezzo con la sentenza della Corte di Cassazione, quella definitiva. E proprio con il deposito di questo verdetto il ragazzo era tornato in carcere, arrestato mentre stava attendendo il suo turno per sostenere il secondo esame all'Università di Latina. Ma Cristian non ha mai mollato, supportato dalla madre e dagli amici. In carcere, prima a Latina e poi a Rebibbia ha continuato a studiare. E ha scritto un libro dal titolo "Con occhi rabbiosi la fissava", nel quale racconta, in terza persona, la sua storia. Da ieri, grazie all'ulteriore sconto di 90 giorni sulla pena definitiva che stava scontando lavorando, il ragazzo è uscito dal tunnel: ora è completamente libero e potrà così concludere il suo percorso di studio universitario per laurearsi e diventare biologo.
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