Uccise il papà, arriva la condanna definitiva
Cristian Canò arrestato all'università dopo un esame

Cristian Canò e il padre Gennaro
di Marco Cusumano
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Giovedì 23 Giugno 2016, 09:13 - Ultimo aggiornamento: 10:37
LATINA - Sono andati all'università e lo hanno arrestato davanti a tutti, mentre stava sostenendo un esame nella facoltà di Ingegneria. Cristian Canò, il giovane che uccise il padre per difendere la madre vittima di violenze, torna in carcere dopo che la Cassazione ha emesso la condanna definitiva a 7 anni e 6 mesi di reclusione.

Una pena molto bassa se si considera che si tratta di un omicidio volontario, ma proprio per la gravità del reato la legge non prevede, in caso di condanna definitiva, la reclusione agli arresti domiciliari dove Canò è rimasto negli ultimi anni, usufruendo anche di un permesso speciale che gli ha consentito di frequentare prima la scuola (diplomandosi a pieni voti) e ora l'università a Latina. Dunque, dopo la notifica della sentenza della Cassazione, è scattato il procedimento di arresto. Gli agenti di polizia si sono presentati nella sede dell'ateneo di Latina portando via il giovane Canò, tra lo stupore generale.

Il ragazzo deve scontare 3 anni e 3 mesi di pena residua, ma potrebbe restare in carcere davvero poco. «In realtà - spiega l'avvocato Angelo Palmieri - con un residuo di pena inferiore a tre anni potrebbe tornare ai domiciliari, stiamo valutando tutte le possibilità del caso». C'è inoltre l'ipotesi dell'affidamento grazie al quale potrebbe lasciare il carcere di Velletri in breve tempo.

Soddisfatto l'avvocato Palmieri per l'esito del processo: «In primo grado l'accusa aveva chiesto 24 anni di carcere, ora arriviamo a una condanna definitiva ad appena 7 anni e 6 mesi». La difesa aveva sostenuto l'eccesso di legittima difesa, poi l'omicidio preterintenzionale e l'attenuante della provocazione. Era il 21 dicembre del 2012 quando, al lido di Latina, fu trovato il corpo agonizzante di Gennaro Canò, 53 anni; trasportato in ospedale con profonde ferite al capo, morì durante un delicatissimo intervento chirurgico. Fu il figlio Cristian, nel cuore della notte, a confessare di aver colpito il padre nel corso di una violenta lite nata perché l'uomo picchiava la madre da tempo.