Sintetizza così la sua decisione di uscire dal Pd, che quattro anni fa le aveva valso lo scranno in opposizione con 347 preferenze, e il prossimo ingresso in una lista civica a sostegno della candidatura a sindaco di Roberta Tintari. In consiglio siederà nel Gruppo Misto ritrovando Di Tommaso e D’Andrea. Lo strappo arriva a pochi mesi dalle amministrative e Berti spiega perché: «Era necessario portare avanti fino alla fine il mandato elettorale. E questo nonostante l’incomunicabilità tra le mie idee e quelle del Pd fosse ormai irrimediabile». Di recente, prima del Covid19, era stata proprio lei a proporre al suo ex partito le primarie per trovare il nome del candidato, ma a quella richiesta non era seguito praticamente nulla. «Con Roberta Tintari c’è sempre stato un confronto schietto, orientato esclusivamente al bene della città».
La Berti pronta a salire sul carro del vincitore? «A chi volesse accennare a presunte ambizioni personali, consiglio di analizzare le proprie. Le soluzioni dentro il partito e nel rapporto con la città potevano e dovevano essere diverse. I dirigenti locali hanno scelto di seguire la loro strada senza ascoltare minimamente le istanze che provenivano dal territorio. Questo modo di fare non mi appartiene».
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