Terracina, il Pd scompare dal Consiglio comunale: Valentina Berti sostiene la Tintari

Valentina Berti
di Rita Recchia
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Lunedì 22 Giugno 2020, 07:30
Il Partito Democratico può dirsi ufficialmente scomparso dagli scranni del consiglio comunale di Terracina: a cantare il de profundis è stata Valentina Berti, l’ultimo baluardo dem rimasto nella massima assise dopo che Alessandro Di Tommaso e Giuseppe D’Andrea avevano lasciato il Pd passando nel Gruppo Misto, a questo punto anticipandola giusto di qualche mese. La Berti era rimasta l’unica a rappresentare l’elettorato del Pd in consiglio comunale, facendo sentire sempre la sua voce. Ma tant’è, la politica fa dei giri strani, e allora eccola la nota in cui Valentina Berti conferma le voci che circolavano già da qualche giorno: «Ho rappresentato i miei elettori con coerenza fino alla fine, ma qualcosa si è rotto tra me e il Pd, un Partito che non riconosco più e dal quale non sono riuscita a farmi ascoltare. Il mio impegno per la mia città prosegue ma questa volta in una lista civica che mi consentirà di contribuire con le mie idee al bene comune».

Sintetizza così la sua decisione di uscire dal Pd, che quattro anni fa le aveva valso lo scranno in opposizione con 347 preferenze, e il prossimo ingresso in una lista civica a sostegno della candidatura a sindaco di Roberta Tintari. In consiglio siederà nel Gruppo Misto ritrovando Di Tommaso e D’Andrea. Lo strappo arriva a pochi mesi dalle amministrative e Berti spiega perché: «Era necessario portare avanti fino alla fine il mandato elettorale. E questo nonostante l’incomunicabilità tra le mie idee e quelle del Pd fosse ormai irrimediabile». Di recente, prima del Covid19, era stata proprio lei a proporre al suo ex partito le primarie per trovare il nome del candidato, ma a quella richiesta non era seguito praticamente nulla. «Con Roberta Tintari c’è sempre stato un confronto schietto, orientato esclusivamente al bene della città». 

La Berti pronta a salire sul carro del vincitore? «A chi volesse accennare a presunte ambizioni personali, consiglio di analizzare le proprie. Le soluzioni dentro il partito e nel rapporto con la città potevano e dovevano essere diverse. I dirigenti locali hanno scelto di seguire la loro strada senza ascoltare minimamente le istanze che provenivano dal territorio. Questo modo di fare non mi appartiene».
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