Mancini, Panzironi e gli altri fedelissimi il cerchio nero dell'ex primo cittadino

Mancini, Panzironi e gli altri fedelissimi il cerchio nero dell'ex primo cittadino
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Mercoledì 3 Dicembre 2014, 07:50
LA RETE
ROMA Che i suoi amici ”impresentabili” gli fossero rimasti a fianco era stato chiaro dalla quantità di braccia tese nel saluto romano sotto al Campidoglio al momento dell'elezione a sindaco di Gianni Alemanno. Ma adesso le carte della procura raccontano un'altra storia: la ”mafia capitale”, evoluzione in forma di business della destra violenta e criminale, che tanti anni fa un giovanissmo Alemanno aveva incrociato, ha pilotato la nomina ai vertici di alcune municipalizzate, controllava appalti a sei zeri, decideva e incassava. Quegli amici avrebbero finanziato la campagna elettorale dell'ex camerata e versato contributi alla Fondazione del sindaco, ”Nuova Italia”. «Non hai idea di quante ce n'ho, pago tutti, pago. Anche due cene con il sindaco, 75mila euro, ti sembrano pochi?», dice in una conversazione intercettata Salvatore Buzzi, una condanna per omicidio alle spalle, trait d'union tra Massimo Carminati e la politica. E' Buzzi a cercare la claque per il sindaco durante la campagna elettorale, 50 uomini, pronti ad applaudirlo. L'11 maggio 2014 l'uomo di Carminati parla al telefono con Alemanno, le europee sono alle porte: «Devo fare delle telefonate? devo fare qualcosa?» chiede l'ex sindaco. E Buzzi: «No, no tranquillo. Ora manderemo a Milardi (della segreteria di Alemanno ndr) l'elenco delle persone, nostri amici del sud che ti possono dare una mano con parecchi voti». E se il procuratore Giuseppe Pignatone spiega che «la posizione di Alemanno è ancora tutta da vagliare», poi aggiunge: «Alcuni uomini vicini ad Alemanno sono componenti a pieno titolo dell'organizzazione guidata da Massimo Carminati». Gli appalti assegnati dall'ex ad dell'Ama Franco Panzironi «pubblico ufficiale a libro paga» e le procedure per la scelta del suo successore lo dimostrerebbero.
LA RETE
In testa ai fedelissimi c'è Riccardo Mancini, un passato nell'estrema destra e una condanna per violazione della legge sulle armi, tesoriere e curatore della campagna elettorale dall'ex sindaco, nominato ad di Eur spa. Quando Mancini viene travolto dalle inchieste e arrestato per corruzione, il ”sistema” avverte le prime scosse. A sostituirlo è arrivato Luca Gramazio, figlio del senatore Domenico e capogruppo del Pdl in Comune. «E' l'amico mio che sta in Comune», dice Carminati. Ma nell'elenco degli indagati c'è anche Antonio Lucarelli, che da portavoce di Forza Nuova si è trovato capo segreteria del sindaco. «Ho scoperto oggi dal sindaco che non ci stanno i soldi su Castel Romano (campo nomadi)» dice Buzzi. Poi aggiunge: «Pure il sindaco dice: sai ho incontrato Salvatore...mi mancano i soldi sul bilancio de Castel Romano». E Buzi: «Tu c'hai il fondo per lo sforamento di Castel Romano...ma i due milioni di euro di Castel Romano erano spalmati su 2013-2014 non c'hai una lira». E Lucarelli: «Lo dobbiamo rateizzare col debito», con l'assestamento dobbiamo fà la rateizzazione, che dobbiamo fa'?».
L'uomo chiave degli affari, però, è Franco Panzironi che con Alemanno condivide gli interessi nella Fondazione ”Nuova Italia” ed è stato a lungo ad Ama. Prima di essere travolto dall'indagine su Parentopoli assegna commesse alle coop riconducibili al gruppo, gli succede un altro fidatissimo, Giovanni Fiscon, suo successore. Nel lungo elenco c'è anche Fabrizio Franco Testa, uomo di Carminati, già coinvolto nell'inchiesta Enav.
LE NOMINE AMA
Scrive il gip: «Un territorio istituzionale, target privilegiato del sodalizio criminale, è Ama spa, società posseduta dal Comune, incaricata di pubblico esercizio, ente aggiudicatario di appalti». Sulla scelta dei vertici ci sono decine di intercettazioni così come sugli appalti. E' il 4 marzo 2013 quando Alemanno nomina Berti nel cda Ama: «Le indagini svolte - scrive il gip - hanno consentito di evidenziare che Berti, avvocato civilista, sia stata la persona che ha espresso gli interessi, all'interno del cda di Ama a partire dalla sua nomina, del gruppo criminale riconducibile a Buzzi Carminati e Testa, che si interfacciava con tale plesso della pubblica amministrazione attraverso le società cooperative gestite da Buzzi». E' invece sulla sofferta nomina del successore di Panzironi che le energie la politica e la lobby criminale cercano un punto di incontro. Dopo lunghe trattative, la scelta cade su Giovanni Fiscon.
L'ORDINANZA
Scrive il gip: «Quello che può essere, allo stato dell'indagine, affermato con certezza è che vi erano dinamiche relazionali precise, che si intensificavano progressivamente, tra Alemanno, sindaco di Roma, e il suo entourage politico e amministrativo, da un lato e il gruppo criminale che ruotava intorno a Buzzi e Carminati, dall'altro».
Valentina Errante
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