Dopo la denuncia per gli insulti ai carabinieri il rapper Paky rischia il "daspo" dalla Questura di Latina

Interviene il Prefetto: "Le parole pronunciate su quel palco sono indegne"

Dopo la denuncia per gli insulti ai carabinieri il rapper Paky rischia il "daspo" dalla Questura di Latina
di Marco Cusumano
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Lunedì 28 Agosto 2023, 12:02

E' stata già depositata la denuncia dei carabinieri nei confronti del rapper Paky che giovedì sera ha pesantemente insultato i militari dal palco dello stadio Francioni. Il rapper, al secolo Vincenzo Mattera di 24 anni, durante la serata ha urlato davanti al pubblico: «Latina, voglio dire solo una cosa: chi non salta adesso è un c... di carabiniere pezzo di m...».. Tutto questo a pochi metri dagli stessi carabinieri impegnati nei servizi di sicurezza che di fatto hanno consentito al rapper di esibirsi.

Il rapper Paky insulta i carabinieri dal palco dello stadio di Latina, denuncia per "vilipendio"

Ora Paky dovrà rispondere del reato di "vilipendio della Repubblica, delle istituzioni costituzionali e delle Forze Armate", così come avvenne un paio di anni fa per Fedez che in un brano definì i carabinieri e i militari "infami e figli di cani". Ma per il caso di Paky potrebbero essere presi anche altri provvedimenti più urgenti, visto che anche la Questura di Latina sta seguendo la vicenda. Potrebbe essere emesso un "Daspo" che impedirebbe al rapper di tornare a Latina e dunque di tenere altri concerti in zona.

IL PREFETTO

L'episodio ha scatenato una serie di reazioni, a cominciare dall'intervento del prefetto di Latina Maurizio Falco che esprime parole di ferma condanna: «Siamo di fronte a un grave episodio che rappresenta il superamento di ogni limite.

Le parole pronunciate su quel palco sono indegne, anche perché rivolte alle forze dell'ordine che proprio in quel momento, come in tante altre occasioni, stavano rendendo possibile con il loro lavoro e la loro presenza l'evento stesso».

Il prefetto, andando anche oltre l'episodio di Latina, sottolinea la generale mancanza di percezione della responsabilità. «Siamo in un momento storico - spiega Falco - in cui spesso si assume una posizione di schieramento che può mettere a rischio il costruttivo scambio dialettico. Occorre invece che i giovani, specialmente loro, capiscano che esiste un preciso limite che non può essere superato e che, oltre questo limite, non c'è più possibilità di tutela».

L'episodio di Paky, oltretutto, ha diversi precedenti simili. L'offesa alle forze dell'ordine da parte di alcuni "artisti" è una costante nell'ambito di alcune nicchie di musica trap e rap, questo comporta un concreto rischio di emulazione. Alcuni trapper, specialmente quelli in cerca di visibilità, sfruttano le denunce che arrivano nei loro confronti, vantandosene davanti ai fan come se fossero riconoscimenti al merito, una sorta di "stelletta" al petto che probabilmente li fa sentire ancora più anti sistema.

Un anno fa proprio Paky era balzato agli onori delle cronache, non per meriti artistici, ma per le sue parole pronunciate in diretta su Rai 1 sul palco del "Tim Music Awards". Il trapper disse davanti alle telecamere: «Volevo salutare tutti i ragazzi di Rozzano e tutti i fratelli in galera».
A Latina intanto è ancora forte la delusione dei fan per la mancata esibizione dell'altro rapper atteso al Francioni, "Geolier", che ha dato forfait senza precise spiegazioni. Molti spettatori hanno annunciato l'intenzione di procedere per le vie legali se non dovesse essere riconosciuto un rimborso, anche parziale, del biglietto. La maggioranza dei presenti era infatti venuta a Latina proprio per ascoltare il rapper mai arrivato al Francioni.

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