Giudice (senza) Pace, uffici a rischio chiusura

Giudice (senza) Pace, uffici a rischio chiusura
di Elana Ganelli
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Giovedì 8 Febbraio 2024, 11:33

GIUSTIZIA

Più che un incontro pubblico quello che si è tenuto ieri mattina presso il circolo cittadino di Latina su iniziativa dell'Ordine degli avvocati sembrava un funerale in piena regola agli uffici del Giudice di pace, in particolare quelli di Latina e Terracina. Perché mancano proprio i giudici oltre che il personale amministrativo e i fascicoli si accumulano senza sosta privando gli utenti della giustizia di una risposta in tempi ragionevoli. «I numeri sono impietosi ha attaccato il presidente dell'organismo forense Gianni Lauretti e siamo davvero alla paralisi». I dati delle pendenze al 25 gennaio scorsi sono davvero da brividi: a Latina sono operativi tre giudici a fronte dei 15 previsti in organico con uno pronto per andare in pensione a marzo. Nel settore civile uno ha complessivamente 1.846 pendenze, il secondo che si occupa sempre di cause civili ne ha in carico 2.138 mentre quello che si occupa di penale ne ha 139. E i carichi di lavoro continuano ad aumentare: numeri alla mano se nel 2022 le sopravvenienze nel settore civile ammontavano a 4.139 nel 2023 sono diventate 4.669 il che determina tempi di definizione dei fascicoli allarmanti. Per avere l'esito di una opposizione ad una sanzione amministrativa bisogna attendere da un minimo di 39 giorni ad un massimo di 1.573 mentre per i procedimenti di ingiunzione ante causam i tempi di attesa variano da un giorno a 1.849 giorni.

Complessivamente i tempi di definizione di un fascicolo con rito ordinario nell'ufficio di via Vespucci arrivano anche a 3.332 giorni.
«Questo significa ha spiegato Lauretti che nelle cause davanti al giudice di pace sono incagliati quasi 2 milioni di euro di fatturato».

Accanto al presidente dell'Ordine ci sono la presidente del Tribunale Caterina Chiaravalloti, i presidenti della prima e seconda sezione civile Pier Luigi De Cinti e Antonio Masone, i consiglieri Carlo Macci e Maria Cristina Sepe mentre in sala ci sono l'eurodeputato Matteo Adinolfi, il sindaco di Sabaudia Alberto Mosca, l'assessora Annalisa Muzio per il Comune di Latina, Marco Picca per la Federlazio, il segretario Cisl Roberto Cecere oltre ai rappresentanti dei Comuni di Fondi, Pontinia, Terracina e San Felice Circeo. E' stata la Chiaravalloti a ricordare la risposta negativa da parte del Ministero alla sua richiesta di applicare in ruolo prima della scadenza dei due anni di tirocinio previsti i quattro giudici di pace che sono già a Latina. «Nell'immediato non possiamo aspettarci nulla» ha aggiunto Masone.

Unica notizia positiva la disponibilità di Pietro Tudino, giudice di pace a Terracina, ad una sua applicazione parziale a Latina. «Questi numeri hanno il sapore della resa ha commentato il presidente della Camera penale Maurizio Forte ma noi non dobbiamo rassegnarci ma pretendere la permanenza di tutte le strutture giudiziarie sul territorio».

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