Walter Locatello, il pompiere sparito nel torrente e inghiottito dal lago di Santa Croce. «Potrebbe riemergere fra mesi»

Belluno. Il 44enne è disperso da giovedì (erano circa le 18) quando stava sistemando dei sacchi di sabbia insieme al padre

Walter Locatello, il pompiere sparito nel torrente e inghiottito dal lago di Santa Croce. «Potrebbe riemergere fra mesi»
di Giovanni Santin
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Domenica 5 Novembre 2023, 09:52 - Ultimo aggiornamento: 6 Novembre, 09:14

ALPAGO (BELLUNO) - «Impossibile farsi delle idee precise» dice Fortunato Calvi. «È come tirare i dadi» gli fa eco Filippo Sitran. I due, entrambi alpagoti, per ragioni diverse sono profondi conoscitori del lago di Santa Croce, lo specchio d’acqua che pare aver inghiottito il corpo di Walter Locatello, 44 anni, dopo essere stato trascinato fin lì dal torrente Riù, percorrendo circa tre chilometri dal punto in cui era caduto giovedì verso le 18.

«Tanti detriti»

Il percorso del torrente è stato setacciato per l’intera sua lunghezza e le ricerche ora si sono spostate proprio nel lago. Calvi per decenni è stato proprietario e gestore del bar di Poiatte che dà proprio sullo specchio d’acqua, e per questo egli può essere giustamente ritenuto un profondo conoscitore del lago di Santa Croce e anche memoria storica di quanto accaduto. Ed egli, che conosceva seppur superficialmente, cioè solo di vista, il vigile del fuoco, ripete: «Penso sia davvero impossibile farsi delle idee. Walter è caduto lì, vicino a casa sua, ma ora potrebbe anche essere fermo e impigliato in qualche albero.

Con le piogge dei giorni scorsi che hanno trascinato a valle tanti detriti, potrebbe essere accaduto di tutto. Mi chiede se potrebbe anche se il suo corpo potrebbe essere arrivato nel lago e sommerso dal fango? Sì, anche questa è un’ipotesi da tenere in considerazione». 

Walter Locatello, il pompiere disperso: «Le sue grida e la corrente a 100 all'ora che se lo è portato via». Ricerche senza sosta

«Potrebbero passare mesi»

E se così fosse, le ricerche si complicherebbero e allungherebbero ulteriormente. «Perché i tempi di riemersione sarebbero più lunghi, bisogna mettere in conto che potrebbero essere necessari anche dei mesi». Una considerazione che Fortunato Calvi fa sulla scorta della propria esperienza: «Ricordo che la riemersione dopo mesi dei corpi di persone cadute nel canale o nel lago, si è verificata più volte. Bisogna infatti tenere conto che i vestiti potrebbero essere stati appesantiti proprio dal fango. Di certo è una tragedia inimmaginabile, perché Walter era esperto, ma purtroppo è scivolato». 

 

Filippo Sitran è presidente del Bacino di pesca n.7, conosce quindi il territorio e il lago ed anche lui ricorda il caso di una persona che il canale Cellina aveva portato sino al lago e il cui corpo venne ritrovato almeno dopo una decina di giorni dopo. «Dove può essere finito il corpo di Walter Locatello? È veramente un po’ come tirare i dadi» ribdisce Sitran. Che poi precisa: «Quando ci sono precipitazioni così violente, intense e abbondanti, le correnti sono talmente variabili che si fa fatica anche solo ad ipotizzare dove esse abbiano potuto trascinare il corpo». Poi rivela che Celeste De Piccoli, vicepresidente del Bacino, ha indicato ai Vigili sommozzatori un punto del lago dove le correnti avevano trascinato una quantità maggiore di legname. Un accumulo che aveva appunto suggerito un’indagine accurata di quella zona. Ma le ricerche non hanno dato esito positivo. 

Scivola in un canale, il pompiere Walter Locatello disperso: ​stava sistemando sacchi di sabbia lungo il torrente insieme al papà

La corrente, il fango, i detriti

«Dobbiamo fidarci dei Vigili che sono i massimi esperti. Certo che la variabilità delle correnti e delle dinamiche delle acque del lago, non stanno aiutando e contribuendo alle ricerche. Quello che noi, come pescatori possiamo fare è questo: quando nei prossimi giorni cominceremo la nostre attività sul lago per preparare la prossima stagione di pesca, avremo un’attenzione particolare ed osserveremo con scrupolo ogni zona che batteremo». Sitran ripete: «Quando ci sono eventi di così grossa portata e viene trascinata una così grande quantità di materiali, che è impossibile fare ipotesi. Si modifica anche la foce e la corrente potrebbe aver portato il corpo chissà dove. È stato giusto inizialmente aver esaminato la foce del Tesa Vecchio; ed è stata un’operazione complicata perché oltre alla turbolenza, è anche molto fangoso, si incontra un intrico di radici, alberi, salici. Ma se ha superato questo sbarramento, può essere arrivato ovunque». Infine anche Sitran contempla l’ipotesi del fango: «Sì, va considerato che potrebbe essere stato coperto dal fango. Noi saremo utili solo se il corpo riemergerà».

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