C'è un numero tatuato sul collo di Manuel Bortuzzo: il 12. Sono i millimetri che mancavano al proiettile che l'ha colpito il 2 febbraio 2019 per perforargli l'aorta addominale. I millimetri che per il giovane nuotatore rappresentano il confine fra la vita e la morte. E che per lui oggi significano paralisi dalla vita in giù. Manuel da quel giorno ha provato a ridare un senso alla sua esistenza, irrimediabilmente privata di ciò che amava di più al mondo, il nuoto. Oggi per lui c'è la tv, fra reality e film, per continuare a raccontare la storia di un ragazzo che un giorno, per un assurdo scherzo del destino, ha visto la propria vita cambiare per sempre.
Manuel Bortuzzo va al Gf Vip: «Voglio mostrare in tv come vive un disabile»
Manuel Bortuzzo, la sparatoria che gli ha cambiato la vita per sempre
È la notte fra il 2 e il 3 febbraio 2019. Manuel, giovane promessa del nuoto di soli 19 anni, viene colpito alla schiena da un proiettile. Per uno scambio di persona. Ci troviamo a Roma, nel quartiere Axa, e Bortuzzo stava passando la serata al pub insieme alla fidanzata Martina.
La corsa all'Ospedale San Camillo, le operazioni e una volta scongiurato il pericolo di vita, la diagnosi: lesione midollare. Manuel riparte dalla sedia a rotelle, la riabilitazione e il sorriso, nonostante l'assurdità di quello che gli è accaduto. «È stato facile dire che ero io il ragazzo sbagliato al posto sbagliato nel momento sbagliato. Ma non ero io nel posto sbagliato e nel momento sbagliato, io stavo facendo la mia vita come ogni altro ragazzo. Erano loro che hanno sbagliato vita e io non c'entravo niente», ha raccontato Bortuzzo.
Il processo
Pochi giorni dopo l'agguato, il 6 febbraio, è arrivata la confessione degli aggressori: Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano hanno ammesso di essere gli autori del raid, ma hanno sostenuto di aver colpito per errore Bortuzzo. Secondo quanto ricostruito, quella sera era scoppiata una rissa, a seguito della quale i due sono andati a prendere una pistola calibro 38 per poi mettersi a caccia dell'uomo che li aveva sfidati. Nel luglio 2020 la Corte di Appello di Roma ha condannato i due a 14 anni e 8 mesi di carcere.
La nuova vita di Manuel
Intanto Manuel ha ripreso in mano la sua vita. La lesione midollare non era «completa» e il ragazzo sogna di poter tornare a camminare. È tornato ad allenarsi in piscina, nuotando con la forza delle sue braccia. Ha scritto un libro sulla sua storia, "Rinascere", di cui la Rai sta producendo anche un film. E poi c'è la televisione: prima il docufilm "Ultima Gara", con Raoul Bova e Marco Renda, poi la partecipazione quest'anno al Grande Fratello Vip.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout