Un danno di 930mila euro. A tanto ammonta il risarcimento ai familiari di una docente morta nel 2017 dopo una prolungata esposizione all'amianto. Lo hanno deciso i giudici del tribunale del lavoro di Bologna. Si tratta della prima condanna del Miur per la presenza di amianto negli istituti scolastici. L'insegnante, Olga Mariasofia D'Emilio è morta nel 2017 dopo quindici anni di cure contro un tumore.
La vicenda
La causa di morte della professoressa Olga Mariasofia D'Emilio è stata un mesotelioma per esposizione ad amianto.
Il calvario della professoressa
La sua agonia è durata 15 anni ed è terminata con la morte il 21 febbraio 2017. Nel corso della malattia la professoressa aveva ottenuto dall'Inail il riconoscimento di malattia professionale, e nel 2007 aveva avviato la procedura giudiziaria per ottenere il risarcimento dei danni.
Dopo la sua morte, i figli, Andrea e Silvana, si sono rivolti all'Osservatorio Nazionale Amianto, per ottenere la tutela dei loro diritti. L'associazione si è costituita con gli avvocati Ezio Bonanni e Massimiliano Fabiani che, con alterne vicende processuali, sono riusciti a dimostrare l'esposizione alla fibra killer ottenendo la condanna. L'azione proseguirà ora «per il risarcimento dei danni subiti dagli orfani direttamente per la malattia e la morte della loro congiunta».
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«È soltanto la punta dell'iceberg», spiega il presidente del'Ona
«Il caso della professoressa D'Emilio non è isolato, l'amianto nelle scuole sta provocando una vera e propria epidemia tra docenti e non docenti», spiega Ezio Bonanni, presidente di Ona. «Ci sono ben oltre i 91 casi censiti dal VI rapporto mesoteliomi, sono deceduti per questa neoplasia molto rara, che è la punta dell'iceberg per le malattie da amianto. Per questo, insistiamo affinché il Ministero della Salute, d'intesa con il Miur, disponga al più presto la bonifica e messa in sicurezza di tutti gli istituti scolastici», prosegue.
«Il mio sogno è quello di far sì che le sofferenze di mia madre, e della mia famiglia, non si ripetano per altri insegnanti e impiegati nella scuola» prosegue Silvana Valensin, figlia della docente scomparsa, che aggiunge. «Quello del mesotelioma è un flagello e dobbiamo vincere la nostra battaglia contro l'amianto. Mi auguro che si giunga quanto prima alla bonifica di tutte le scuole e di tutti i siti contaminati», conclude la figlia della vittima.
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