Un percorso, dicono dalla Federbasket, avviato già da un anno grazie al lavoro del general manager Salvatore Trainotti e di Riccardo Fois, coordinatore nella supervisione e nel monitoraggio dei prospetti azzurri negli Stati Uniti. Lo scorso novembre lo staff azzurro aveva incontrato il ragazzo e suo padre prospettando un progetto a lungo termine che evidentemente lo ha affascinato e convinto ad accettare con grande convinzione. “Giocare in Azzurro – ha detto Banchero – per me è motivo di orgoglio anche perché la mia famiglia si sente italiana. Ora ho il passaporto e non vedo l'ora di venire in Italia e cominciare. Ci vediamo presto!”.
È figlio di Rhonda Smith, leggenda dell'università di Washington della quale è stata miglior realizzatrice e rimbalzista nella storia dell'ateneo e dalla quale ha preso l’amore e la passione per il basket, e di Mario Banchero, da cui derivano le origini italiane che gli permetteranno di giocare con gli azzurri. Al momento, non si sa se come italiano a tutti gli effetti oppure come passaportato e questo potrebbe essere un piccolo problema per coach Sacchetti che per i regolamenti Fiba ne può convocare solo uno per volta. Dalla Fip trapela fiducia che il board dell’organismo internazionale possa considerare Banchero come italiano a tutti gli effetti.
IL COLLEGE LO ATTENDE - Già a marzo, il giocatore aveva manifestato l’intenzione di vestire la maglia azzurra e in un video aveva dichiarato: “Anche Nico Mannion gioca per loro, Danilo Gallinari, Donte Di Vincenzo lo farà presto, ci sono diversi giocatori forti. Perché non fare qualcosa di diverso? Giocare con l’Italia offre tante opportunità anche di marketing, e già solo essere in Italia sarà un’esperienza bellissima. Prima dello stop legato al Coronavirus viaggiava a 22 punti e 11 rimbalzi di media alla O’Dea High School, il liceo di Seattle. Paolo non ha ancora deciso l’Ateneo che frequenterà: la scelta ricadrà su uno tra Duke, Gonzaga, Washington, Kentucky, Arizona e Tennessee. Avrebbe ancora un anno alla High School, ma il ragazzo quasi certamente farà il grande salto.
Lui, Mannion, Di Vncenzo, Spagnolo, Moretti e i tanti ragazzi che sono nei vari college statunitensi costituiscono l’ossatura futura della nazionale italiana. Bisogna guardare in prospettiva, non necessariamente al pre olimpico del giugno 2021 in Serbia che comunque, anche grazie allo slittamento di un anno, ci rende più forti. Il prossimo decennio potrebbe essere a tinte azzurre, basta far lavorare questo gruppo con serenità. Come ha dichiarato Danilo Gallinari recentemente, arriverà anche il momento dell’Italia. La "nuova generazione" è pronta ad accettare la sfida.
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