IL SIMULATORE
Proprio per il tempo trascorso ci sono potenziali interessati che hanno il diritto a percepire arretrati di Ape maturati tra il maggio 2017 e la data di entrata in vigore del Dpcm (18 ottobre): queste persone, nate entro il 18 maggio 1954, devono fare domanda entro il prossimo 18 aprile e dunque hanno interesse a presentare quanto prima la richiesta di certificazione. Il simulatore, che non richiede credenziali, dovrebbe servire a farsi un’idea della convenienza di questa formula: in sostanza se vale la pena di rinunciare a un pezzetto di pensione futura per garantirsi un trattamento anticipato. Inseriti i propri dati si ottiene l’importo della rata netta da restituire “alleggerito” grazie a un credito d’imposta pari al 50% di quanto versato per interessi e premio assicurativo. L’incidenza della trattenuta applicata per 20 anni dipende naturalmente dall’entità dell’anticipo (che può variare entro certi limiti) e dal periodo per il quale lo si percepisce: in questa pagina sono presenti alcuni esempi ricavati dal simulatore e riferiti al trattamento lordo, ma approssimativamente se l’Ape corrisponde al 75% della futura pensione netta la riduzione di quest’ultima si aggirerà sul 5% per ciascun anno di anticipo. Queste somme includono però anche il capitale di cui si è fruito: misurando l’onere in termini strettamente finanziari il costo netto si aggira sull’1,5 l’anno. Possono richiedere l’Ape lavoratori dipendenti pubblici e privati, lavoratori autonomi e iscritti alla gestione separata Inps: servono 63 anni di età e non più di 3 anni e 7 mesi dal diritto alla pensione. L’anticipo è compatibile con l’attività lavorativa e con l’Ape sociale (l’indennità riservata ad alcune categorie di lavoratori) ma non con un’altra pensione diretta. Per la domanda di certificazione va presentata sul sito Inps con il Pin dell’istituto o con le credenziali Spid, la domanda vera e propria di Ape solo con queste ultime.
«Parte finalmente la sperimentazione che si rivolge ad un bacino potenziale di 300 mila persone e ha nel bilancio pubblico risorse per garantire l’anticipo a più di 100 mila» commenta Stefano Patriarca, esperto del team economico di Palazzo Chigi che ha lavorato assiduamente al progetto. «Speriamo che le banche aderiscano e siano numerose - aggiunge Patriarca - per consentire a chi vuole di avere un anticipo che consente di uscire dal mercato del lavoro anche 3 anni prima pagando sì un costo, ma limitato». Gli istituti che partecipano sono per il momento Intesa-Sanpaolo e Unicredit.
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