Il Monterosi, che in queste ore sta scegliendo il quarto allenatore di un campionato difficile, ha patito l’addio estivo di Davide D’Antoni: il suo erede Fabrizio Ferazzoli è stato esonerato dopo la sconfitta contro l’Albalonga e per ironia della sorte, il suo sostituto Carlo Perrone, ha subito lo stesso trattamento dopo lo 0-1 incassato domenica scorsa proprio contro i romani. Nel mezzo a Monterosi c’è stata la parentesi di Stefano Cerbella durato lo spazio di una partita persa.
Meno cambi ma stesse difficoltà in casa Flaminia con una crisi acuità dalle difficoltà di inizio stagione: parte Pierluigi Vigna, arriva l’oggetto misterioso Vito Filippo Di Pierro e infine, a passaggio societario avvenuto con tanto di addio allo storico patron Roberto Ciappici, ecco che torna sulla tolda di comando Vigna. Se si parla di stagioni tribolate l’emblema è rappresentato alla perfezione dalla Polisportiva Monti Cimini. Partito con ambizioni di serie D, il club della triade Torroni-Pecci-Patrizi è ultimo nel girone A del campionato di Eccellenza. Quattro avvicendamenti in panchina con il ritorno al punto di partenza che risponde al nome di Sergio Oliva che aveva iniziato l’annata. Non sono mancati addii, tensioni e passi indietro in Promozione: la Vigor Acquapendente ha dato il benservito a Enrico Centaro issando la bandiera dell’umbro Gianfranco Ciccone.
La squadra, rinforzata dal mercato, va meglio ma non vola. Benefici zero dai tre avvicendamenti in panchina li ha tratti il San Lorenzo, terz’ultimo nel girone A. Il presidente Antonio Natalini ha richiamato Fabio Goretti sperando in un cambio di passo che tarda ad arrivare. E’andata meglio al Montalto: Maurizio Forti ha preso il posto di Stefano Pera e dopo le difficoltà iniziali la squadra tirrenica ha trovato una certa continuità che l’ha portata nei quarti di finale della Coppa Italia di categoria. La classica eccezione che conferma la regola in una terra calcistica che di colpo si è scoperta campo minato per chi siede in panchina.
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