Strage in Gallura, Frigeri confessa: «Si, sono stato io». Il killer e Azzena legati da piccole truffe

Strage in Gallura, Frigeri confessa: «Si, sono stato io». Il killer e Azzena legati da piccole truffe
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Martedì 20 Maggio 2014, 11:31 - Ultimo aggiornamento: 21 Maggio, 12:14

Non ha retto alle sue stesse contraddizioni, ai fatti che lo inchioderebbero e ha confessato di aver ucciso strangolandoli Giovanni Azzena, la moglie Giulia Zanzani e il figlio Pietro, 12enne.

«Sì, sono stato io», ha detto ai carabinieri Angelo Frigeri, 32enne ritenuto il killer della strage di via Villa Bruna, rinchiuso nel carcere di Bancali a Sassari. Ci sarebbero troppe prove contro di lui, tra i quali un paio di jeans trovati nella casa della strage, le riprese dei sistemi di sorveglianza di alcuni negozi, tracce evidenti sulla scena del delitto, tanto da convincere il pm di Tempio Angelo Beccu a richiedere la convalida del fermo con l'accusa di omicidio plurimo aggravato dalla crudeltà.

Restano ancora molto punti oscuri da chiarire, tanto che i Ris sono tornati nella casa di via Villa Bruna per altri rilievi. Così come si attendono gli esami di laboratorio sui reperti prelevati sui corpi delle vittime. Esami che chiariranno diversi punti oscuri, come ad esempio la sequenza delle morti.

Intanto le salme della famiglia sterminata sono tornate a Tempio Pausania dopo l'autopsia eseguita ieri a Sassari dal medico legale Salvatore Lorenzoni e sono state portate alla chiesa del Rosario, e domani alle 15,30 i funerali saranno celebrati nella cattedrale di Tempio.​

I carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Sassari, con i colleghi della Compagnia di Tempio Pausania, coordinati dalla Procura guidata da Domenico Fiordalisi, vogliono fare piena luce sul brutale delitto. Anche oggi gli specialisti del Ris dei carabinieri sono tornati in via villa Bruna, nella casa del triplice omicidio. Si cercano ulteriori elementi da poter incrociare con gli altri recuperati nelle indagini, e soprattutto con i dati relativi all'autopsia eseguita ieri. I riscontri incrociati e l'esame del Dna sulle tracce di sangue trovate in casa (ma i risultati arriveranno tra alcuni giorni) serviranno ai carabinieri per capire se Angelo Frigeri abbia agito da solo o se con lui c'erano invece altre persone.

Il movente. Si stanno concentrando anche sul possibile movente le indagini dei carabinieri. Si lavora su diversi fronti, primo fra tutti i rapporti tra Azzena e Angelo Frigeri, l'artigiano di 32 anni per ora l'unico accusato di essere l'autore della strage. I due, secondo quanto emerso dalle indagini, oltre ad essere legati da un rapporto lavorativo - i lavoretti che stava eseguendo in casa l'operaio ne sono la conferma - agivano insieme anche per attività non del tutto lecite. Piccole truffe e raggiri che sarebbero stati portati a termine nell'ultimo anno. Sul fronte della presunta relazione tra l'operaio fermato e la moglie di Azzena, Giulia Zanzani, invece, gli investigatori confermano che i due si conoscevano bene, ma non c'era apparentemente nessun rapporto amoroso.

Tra le tante verifiche che stanno impegnando i carabinieri nelle ultime ore ci sono anche i controlli in porti e aeroporti. Si cerca di capire se le persone di cui ha parlato nel suo lungo interrogatorio Angelo Frigeri siano arrivate in Sardegna sabato o nei giorni precedenti. Le verifiche riguardano tutti gli aeroporti e i porti dell'isola.

Una pezza di stoffa sul volto di Pietro. Intanto emergono nuovi particolari sul triplice omicidio. I carabinieri attendono di conoscere dai risultati dell'esame autoptico la sequenza del delitto, verificare quindi se siano stati uccisi prima i genitori e poi il bambino. Proprio sulla morte del piccolo Pietro emerge un elemento particolare: sul suo volto i carabinieri e il medico legale hanno trovato una pezza di stoffa. L'assassino ha quindi coperto il volto del bambino dopo averlo ucciso.

L'avvocato di Frigeri lascia l'incarico. Questa mattina l'avvocato Giovanni Azzena, che rappresentava Angelo Frigeri, ha rimesso ufficialmente il mandato. «La decisione è legata a contrasti sulla strategia difensiva con il cliente - ha detto il legale all'ANSA - l'impossibilità è poi dovuta a un coinvolgimento emotivo in relazione alla vicenda che non mi consente di proseguire l'incarico con la necessaria serenità».

Il padre del fermato: «Siamo sconvolti». «Lasciateci stare, vogliamo essere lasciati in pace». Ha la voce strozzata in gola Giorgio Frigeri, il padre di Angelo, fermato quale presunto autore del triplice omicidio di Tempio Pausania. «Non ho veramente nulla da dire - ha sottolineato l'uomo raggiunto telefonicamente dall'ANSA - questa vicenda ci ha sconvolti e in questo momento vogliamo solo essere lasciati stare». Dopo la rinuncia all'incarico da parte dell'avvocato Giovanni Azzena, la famiglia Frigeri sta ora cercando di affidare al più presto la difesa di Angelo a un altro legale.

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