In Gallura arrivano i droni-poliziotti: dal cielo caccia agli abusi edilizi e a piromani

In Gallura arrivano i droni-poliziotti: dal cielo caccia agli abusi edilizi e a piromani
di Stefania Piras
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Sabato 21 Febbraio 2015, 17:29 - Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 14:49
Droni-poliziotti. Il matrimonio si può fare secondo l’amministrazione di Olbia che doterà la polizia locale di droni sentinella. Gli occhi elettronici volanti, sdoganati ormai in molti settori, svolgeranno un ruolo fondamentale per catturare dall’alto quello che può sfuggire al vigile: abusi edilizi, illeciti ambientali ma anche incendi e controllo delle spiagge. Inoltre, in accordo con la procura, potranno essere strumento di intercettazione ambientale per la polizia giudiziaria.



Tra una ventina di giorni quattro vigili sardi saranno formati con un apposito corso per pilotare droni all'Aeroclub di Cagliari, dove c’è la scuola autorizzata dall'Enac, l’ente nazionale per l’aviazione civile, che ha già raccolto in due settimane 270 domande per conseguire il brevetto, solo in Sardegna. Un corso di formazione tecnico ma anche normativo: verrà rilasciato un brevetto e ci sarà una fase pratica con il rilascio del permesso di volo.



Non tutti possono azionare un drone a proprio piacimento. I droni, come tutti i velivoli, devono sottostare a precise norme. Servono autorizzazione, brevetto, certificato medico, una copertura assicurativa e un preciso piano di volo, proprio come un aereo. Chi manovra droni senza autorizzazione incorre in un reato previsto dal codice della navigazione e l’assenza di assicurazione può portare a multe da 50 mila ai 100 mila euro.

Sui cieli di Olbia volerà un Phantom 2 dotato di una telecamera ad alta definizione. Il costo per le casse comunali? 2500 euro.

“Vorremmo partire ad aprile con una fase di sperimentazione per arrivare alla piena operatività durante l’estate” dice Gianni Serra comandante della polizia municipale di Olbia



“E’ un progetto che avevamo in cantiere già da qualche tempo per migliorare il sistema di controllo del territorio” prosegue Serra. “Abbiamo avviato un colloquio con le istituzioni e con l’autorità giudiziaria e abbiamo deciso di attrezzare un nucleo speciale. Siamo i primi in Italia” Un esempio? Se la polizia viene a conoscenza di un abuso edilizio, una piscina o un qualsiasi cantiere immerso nella sconfinata macchia mediterranea, potrà chiedere alla procura di usare i droni per fare indagini. Oppure, se c'è un incidente stradale di grosse dimensioni, un drone che fotografa la situazione dall'alto può essere molto utile a chi indaga sulla dinamica del sinistro.



“Lo utilizzeremo soprattutto per la prevenzione e la salvaguardia del patrimonio boschivo, spesso soggetto a incendi dolosi, e per sventare gli scarichi a mare di alberghi, ristoranti o concessionari spiagge. Ma controlleremo anche privati che hanno case che si affacciano sul mare”. In un territorio come la Gallura che ha chilometri e chilometri di spiagge il calabrone spia sarà utilissimo anche per mappare il territorio con ortofoto, documenti, ma gari poco aggiornati, che finora provenivano dalla Regione e che con i droni si potranno produrre a livello locale.



E la privacy? “Tutte le attività di polizia giudiziaria dovranno essere preventivamente autorizzate dai magistrati” ribadisce Serra che ricorda il caso di un bambino in Costa Smeralda che giocava ignaro con il suo drone regalatogli da mamma e papà. “Scoppiò un finimondo con dure contestazioni dei proprietari delle ville vicine che si vedevano l’elicotterino spia ronzare attorno”.