Strage in Gallura, arrestato l'assassino: «Ha ucciso Pietro in un modo atroce»

Strage in Gallura, arrestato l'assassino: «Ha ucciso Pietro in un modo atroce»
di Umberto Aime
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Martedì 20 Maggio 2014, 08:54 - Ultimo aggiornamento: 11:33

Da solo avrebbe sterminato una famiglia di tre persone e con barbarie si sarebbe accanito sulla vittima pi giovane, un ragazzino che aveva appena compiuto 12 anni.

Per vendicarsi di chi lo aveva trascinato e imprigionato in un giro d’usura, Angelo Frigeri, 35 anni, incensurato, sabato scorso avrebbe commesso la strage nella palazzina del centro storico di Tempio, nel nord Sardegna. Da amico di famiglia e forte del fatto che dalla casa degli omicidi poteva entrare e uscire, era stato ingaggiato per rimettere a posto l’impianto elettrico, in quel tragico pomeriggio di sabato l’artigiano avrebbe vestito i panni dell’assassino.

Sorpreso dal piccolo. Frigeri prima avrebbe strangolato il capofamiglia, Giovanni Maria Azzena, 50 anni, commerciante di abbigliamento, che anni fa era stato arrestato per alcuni prestiti a strozzo e fra i suoi “clienti” c’era anche lui, l’assassino. Poi avrebbe tramortito con un martello la moglie del negoziante, Giulia Zanzani di 46 anni. Proprio in quel momento sarebbe stato sorpreso dal figlio della coppia, Pietro, 12 anni, ed è allora che la furia omicida sarebbe diventata inarrestabile. Con il ragazzino e la madre strangolati uno dopo l’altro con i corpi poi messi in fila nel corridoio dell’appartamento degli orrori. «Il ragazzino - spiega il procuratore Domenico Fiordalisi - testimone scomodo è stato ucciso con modalità atroci».

Ripreso dalle telecamere. A ricostruire la dinamica sono stati gli investigatori e la Procura di Tempio, che sono risaliti ad Angelo Frigeri dopo aver visto i filmati della telecamera di sicurezza della gioielleria sul marciapiede opposto alla casa della famiglia Azzena. Il presunto assassino è stato ripreso almeno due volte entrare e uscire dall’appartamento proprio nelle ore in cui, secondo il medico legale che ieri ha effettuato le autopsie, è stata compiuta la strage. L’arrestato non ha confessato, ma nell’interrogatorio della notte fra domenica e lunedì sarebbe caduto in «moltissime contraddizioni». Avrebbe detto di essere stato minacciato e costretto ad aprire la porta agli assassini per poi tornare a ripulire la casa perché aveva bisogno di soldi. Due «misteriose persone arrivate da lontano».

Gente inferocita. Ma per il procuratore Frigeri ha agito da solo e così ha convalidato l’arresto. Poco dopo un’auto dei carabinieri è uscita a tutta velocità dalla caserma con nel sedile posteriore Frigeri. Il carabiniere alla guida ha dovuto fare lo slalom fra le centinaia di persone che premevano contro la caserma e inveivano contro l’arrestato: «Sei una bestia, meriti di morire».

Perché a sconvolgere la gente è stato l’assassinio del ragazzino e della madre. Giovanni Maria Azzena, il capofamiglia, invece in qualcosa di brutto si era andato a cacciare qualche anno fa: era stato arrestato per dei prestiti usurari e molti paesani aspettavano il processo per ottenere giustizia. Frigieri non ha aspettato e in uno scatto di violenza rabbiosa ha ucciso tutti. Anche un ragazzino di 12 anni.

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