Strage in Gallura, da un quaderno la possibile svolta: è caccia ai complici

Strage in Gallura, da un quaderno la possibile svolta: è caccia ai complici
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Giovedì 22 Maggio 2014, 20:32 - Ultimo aggiornamento: 23 Maggio, 19:21

Prestiti di denaro a interessi altissimi, esposizioni debitorie elevate accumulate negli anni, nomi, cognomi e cifre. Dentro un'agenda o un quaderno potrebbe nascondersi la svolta del triplice omicidio di Tempio Pausania, il brutale assassinio di Giovanni Maria Azzena, della moglie Giulia Zanzani e di Pietro, strappato alla vita a soli 12 anni. Ne sono convinti gli investigatori del Reparto operativo del Comando provinciale di Sassari e i colleghi della Compagnia di Tempio Pausania, dopo l'arresto di Angelo Frigeri, 32 anni, l'unico finora in carcere per omicidio volontario plurimo con l'aggravante della crudeltà.

Domenica mattina, a poche ore dal ritrovamento dei corpi della famiglia Azzena, gli investigatori hanno concentrato l'attenzione sul negozio di calzature per bambini di proprietà delle vittime, da cui l'operaio poi finito in manette, ha portato via dei documenti. È stato inquadrato dalle telecamere del servizio di videosorveglianza mentre apre il negozio, porta via il carteggio e telefona a una persona. È stato poi lo stesso tuttofare durante i suoi interrogatori a parlare di quel quaderno in cui, come evidenziato dal Gip Marco Contu nell'ordinanza di custodia cautelare, riportando le dichiarazioni di Frigeri, sarebbero contenuti i «nomi di persone alle quali Azzena aveva prestato denaro, fra le quali anche quello della persona che aveva materialmente soppresso le vittime». In quel «libro nero» dei prestiti ci potrebbero essere i nomi dei mandanti e degli eventuali complici dell'operaio. In quelle trascrizioni, quindi, c'è forse il «perché» del crudele delitto. Di sicuro Angelo Frigeri sapeva cosa cercare nel negozio, conosceva bene il «libretto» e, anche se poi ha detto di non conoscerne il contenuto, sapeva cosa c'era scritto in quelle pagine. C'erano annotati nomi e cifre, affari e prestiti, forse alcuni di questi con interessi da usura, con esposizioni debitorie accumulate anche negli anni, come quelli riscontrati nel 2008 - interessi dal 50 al 200 per cento - con l'arresto di Giovanni Maria Azzena.

Il perché di questa conoscenza degli affari del capofamiglia è forse il fulcro di tutta la vicenda. I due si frequentavano da tempo, Frigeri era considerato un amico, e avrebbero avuto anche interessi poco leciti - come le truffe - in comune. Ma il ruolo dell'operaio poteva essere anche un altro: quello di riscossore. Forse proprio lui andava a chiedere il denaro alle vittime, forse in una di quelle occasioni ha incontrato i mandanti del triplice omicidio. Un'ipotesi questa, come le tante altre su cui gli inquirenti stanno lavorando, ancora tutta da verificare. In queste ore sono proseguiti gli interrogatori, sono state sentite persone inquadrate dalle telecamere più volte il giorno del delitto, per verificarne la posizione: tutte sono risultate estranee al delitto.

Un impulso alle indagini arriverà sicuramente dagli accertamenti del Ris di Cagliari, che ha repertato insieme ai colleghi di Sassari oltre 100 indizi nell'appartamento degli Azzena e che nei prossimi giorni passerà al microscopio anche la Golf che Frigeri aveva dato alla famiglia per venderla, a bordo della quale la sera dell'omicidio è stato visto passeggiare. In quell'auto potrebbero essere recuperati altri elementi o tracce di sangue. Proprio i risultati delle analisi sulle tracce biologiche, sono attese con impazienza dagli investigatori. Una volta recuperato il Dna, infatti, potrà essere confrontato con gli eventuali sospettati per la chiusura del cerchio.

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