Valle del Sacco, no alla riperimetrazione

Valle del Sacco, no alla riperimetrazione
di Giovanni Del Giaccio
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Venerdì 5 Agosto 2022, 07:50


«La scrivente amministrazione ritiene che non vi siano i presupposti di legge per avviare ex novo - a distanza di pochi anni ed in assenza di elementi significativi sopraggiunti - il procedimento per la verifica dei requisiti previsti dall'articolo 252». Tradotto: la revisione del perimetro del Sin, il sito di interesse nazionale, Valle del Sacco, può attendere. Lo mette nero su bianco Giuseppe Lo Presti, direttore generale del settore suolo e risorse idriche del ministero della transizione ecologica.
Nulla da fare, almeno al momento, per la richiesta avanzata dalla Regione Lazio e annunciata all'assemblea di Unindustria dal presidente Nicola Zingaretti. Era la fine di aprile, c'era appena stata la fuga di Catalent stanca di aspettare un'autorizzazione che non arrivava, e di fronte alla platea degli imprenditori il presidente aveva annunciato la richiesta. Poi regolarmente partita «a seguito della necessità di rivalutare la sussistenza dei requisiti ex articolo 252 per tutte le aree attualmente rientranti nel perimetro della Valle del Sacco, anche alla luce delle risultanze delle indagini e delle istruttorie eseguite nell'ambito delle richieste pervenute per le varie autorizzazioni», ma adesso rispedita al mittente. Nessuna revisione.
In due pagine, piene di riferimenti normativi, il direttore generale spiega al commissario per il bacino del Sacco che la perimetrazione, a oggi, è impossibile. In particolare si legge che il decreto legge sul Pnrr, poi convertito, dispone: «Con uno o più decreti del Ministro della transizione ecologica, da adottare entro un anno dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sentiti la regione e gli enti locali interessati, sono effettuate la ricognizione e la riperimetrazione dei siti contaminati attualmente classificati di interesse nazionale ai fini della bonifica, escludendo le aree e i territori che non soddisfano più i requisiti». Secondo il direttore: «Si tratta di un procedimento d'ufficio riservato alla competenza dello scrivente Ministero, di talché la nota che si riscontra non può qualificarsi come formale istanza di avvio del procedimento».
COSA FARE
La Regione potrebbe procedere autonomamente, sempre secondo la risposta, utilizzando la legge 84 del 2012 che recita: «Può essere ridefinito il perimetro dei siti di interesse nazionale, fermo restando che rimangono di competenza regionale le necessarie operazioni di verifica ed eventuale bonifica della porzione di siti che, all'esito di tale ridefinizione, esuli dal sito di interesse nazionale».
In questo caso la Regione dovrà predisporre «apposita istanza corredata della relativa documentazione tecnica; in tale sede potranno eventualmente essere valorizzate le risultanze delle indagini e delle istruttorie eseguite nell'ambito delle richieste pervenute per le varie autorizzazioni e solo richiamate dal Commissario, peraltro acquisite al di fuori dei procedimenti di bonifica di competenza ministeriale».
LA REAZIONE
In una lunga nota la Rete per la tutela della Valle del Sacco e Legambiente Anagni ripercorrono le diverse prese di posizione e affermano che dal 2016 a oggi: «Se non si è apprezzata una reale collaborazione tra amministrazioni regionale e locali, agenzie di controllo, reti imprenditoriali e professionali sotto il coordinamento della Regione per svolgere al meglio i compiti che l'istituzione del Sin aveva affidato a quest'ultima, tanto meno abbiamo assistito ad una reale collaborazione per la progettazione di un modello di sviluppo del nostro territorio secondo la logica dell'economia circolare. Come andiamo ripetendo da anni, ben prima della definizione del Pnrr, è necessaria la cooperazione più ampia tra tutte le componenti della società, - per definire un progetto del nostro territorio nel segno della giustizia ambientale e sociale». Per questo: «Chiediamo con forza che, ove fossero motivate nuove azioni della Regione Lazio per l'esclusione di porzioni di territorio dal perimetro del Sin, le amministrazioni si adoperino fattivamente per portare nelle sedi appropriate le istanze della cittadinanza».

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