Monica e Stefano, il lungo viaggio fino ai confini con la Romania per riportare Serhii in Ciociaria dall'Ucraina

Monica e Stefano, il lungo viaggio fino ai confini con la Romania per riportare Serhii in Ciociaria dall'Ucraina
di Paolo Carnevale
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Martedì 8 Marzo 2022, 14:13 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 10:17

Un viaggio lunghissimo in aereo, in pullman ed in taxi per raggiungere il confine con la Romania. Per prendere e riportare ad Acuto Serhii, un sedicenne ucraino venuto per anni in Ciociaria prima dello stop dovuto al Covid e, adesso, alla guerra. È quello che hanno compiuto nei giorni scorsi Monica e Stefano, due cittadini di Acuto, che hanno percorso centinaia di chilometri per sottrarre il proprio ragazzo agli orrori della guerra in Ucraina.

A raccontare la storia è stata ieri Monica: «Conosciamo Serhii - ha detto - da 9 anni.

Da quando ha iniziato a venire da noi due volte all’anno, in accordo con un’associazione». Un programma che purtroppo si è interrotto per il Covid due anni fa «anche se siamo riusciti per fortuna a mantenere un collegamento grazie ai social». Quando è scoppiata la guerra i due acutini hanno fatto l’impossibile per far tornare il giovane in Italia. «Abbiamo tempestato di telefonate i responsabili dell’associazione». Una settimana fa, l’annuncio: «La ragazza che gestisce la casa famiglia in Ucraina in cui si trovava Serhii ci ha detto che stavano partendo per arrivare al confine con la Romania». A quel punto, ha detto Monica, «siamo partiti; siamo arrivati con l’aereo a Budapest e poi in pullman in Romania. Abbiamo trascorso una notte in albergo e la mattina dopo siamo andati in taxi fino al confine con l’Ucraina, dove abbiamo potuto finalmente riabbracciare il nostro Sehrii. Siamo rientrati in albergo e la mattina dopo subito siamo ripartiti per Budapest e di lì in Italia e poi ad Acuto».

L’obiettivo e ovviamente che Serhii rimanga qui: «Stiamo avviando le pratiche per ottenere la tessera sanitaria ed altri documenti necessari per stare in Italia. Il nostro sogno è che lui possa rimanere qui da noi». Anche perché, ha detto ancora Monica, «abbiamo anche paura che, avendo compiuto 16 anni, possa essere richiamato dall’esercito». L’arrivo in Italia ha rappresentato per il giovane la fine di un incubo. «Ci ha raccontato di essere stato per giorni con il costante suono delle sirene; in una cantina davanti alla casa famiglia che hanno usato come rifugio antiaereo. Adesso per fortuna è tutto finito. Grazie a tutti per il supporto anche morale. Speriamo di poter avere tra un po’ anche la sorellina più piccola».


ANAGNI
Intanto ad Anagni partono le prime iniziative in favore dei cittadini ucraini residenti in città. Grazie al contributo dei notai anagnini Paola Di Rosa e Viviana Russo, in accordo con il Comune, è stato istituito un servizio gratuito in favore di tutti i cittadini ucraini, con figli minori rimasti nel paese in guerra, per consentire l’autenticazione delle autorizzazioni per l’espatrio. «Un contributo per il ricongiungimento delle famiglie ucraine» ha detto il sindaco Daniele Natalia.

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