Truffa Superbonus, revocati i domiciliari a Lazzari. Dal suo racconto nuovi spunti per l'inchiesta

Truffa Superbonus, revocati i domiciliari a Lazzari. Dal suo racconto nuovi spunti per l'inchiesta
di Giovanni Del Giaccio
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 14 Febbraio 2024, 08:52

Non solo ha risposto puntualmente alle domande che gli sono state poste, ha fornito anche elementi che gli investigatori ritengono molto utili e che adesso saranno vagliati.

Luca Lazzari, 42 anni, ex funzionario della Banca popolare del Frusinate, si è visto revocare gli arresti domiciliari. Per lui, adesso, c'è la misura del divieto di ingresso in provincia di Frosinone. È uno degli indagati per l'inchiesta relativa alle truffe legate al Superbonus che una settimana fa ha portato all'esecuzione di 9 arresti, 2 interdizioni dalla professione, al sequestro di 10 milioni di beni e di 11 società, con un totale di 33 indagati. Lazzari, secondo l'ordinanza di custodia, insieme al direttore generale e amministratore delegato della banca, Rinaldo Scaccia, e all'altro funzionario del corporate banking (addetto all'ufficio fidi) Lino Lunghi, predisponeva le pratiche di finanziamento ritenute irregolari.
Secondo la polizia giudiziaria, il pubblico ministero e quindi il giudice delle indagini preliminari, Lazzari era perfettamente consapevole - come gli altri - di quello che stava facendo. Era partecipe, ma come si legge nell'ordinanza «agendo su direttive dell'amministratore delegato Rinaldo Scaccia».


La revoca del provvedimento di custodia, tramutato in una misura "attenuata", conferma da un lato che le sue responsabilità c'erano ma che eseguiva precise indicazioni.

Dall'altro, invece, potrebbe essere una decisione adottata in virtù della collaborazione mostrata. Su questo viene mantenuto stretto riserbo da parte di chi segue il caso e non si è fermato solo all'esecuzione degli arresti, alle perquisizioni o alla notifica dei sequestri e degli avvisi di garanzia, all'acquisizione di altro materiale. Si attende, inoltre, l'esito degli altri ricorsi al Riesame.

GLI SVILUPPI

Sia Lazzari, sia i due imprenditori che sono ancora in carcere e hanno proposto ricorso al tribunale del Riesame (Marino Bartoli e Angelo De Santis) hanno spiegato agli investigatori quale fosse la situazione e si sono messi a disposizione. Quello che finora è stato confermato riguarda l'esistenza di un altro filone della stessa indagine, tanto che una parte degli atti sono stati secretati proprio per consentire gli accertamenti che sono ancora in corso.
A questo si aggiungeranno, quasi certamente, gli eventuali elementi emersi durante gli interrogatori. Un lavoro non semplice, perché sia gli agenti della polizia - in particolare gli investigatori della squadra mobile - sia i militari della guardia di finanza - dovranno annodare nuove maglie di una rete già vasta. Ci vorranno tempo e pazienza, d'altro canto l'indagine dopo la quale sono scattati gli arresti è durata quattro anni ed è stata un vero e proprio "terremoto"
Giovanni Del Giaccio
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA