Pentito di mafia diventa l'incubo di un palazzo a Frosinone, ora è a processo per stalking condominiale

Pentito di mafia diventa l'incubo di un palazzo a Frosinone, ora è a processo per stalking condominiale
di Pierfederico Pernarella
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Lunedì 11 Aprile 2022, 08:52 - Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 12:29

Per un anno e mezzo è stato l'incubo degli inquilini di un palazzo del centro di Frosinone. Qui era stato sistemato perché collaboratore di giustizia, dopo un passato con il crimine organizzato. Ma non voleva saperne di stare tranquillo. A farne le spese gli altri condomini che hanno dovuto sopportare i dispetti, dai vasi lanciati dal sesto piano ai portoni sfregiati. Ora è a processo per stalking condominiale. Contro di lui si sono costituite venti parti civili. Tutti condomini ai quali il collaboratore di giustizia aveva deciso di rovinare le giornate.

Alcuni di loro, addirittura, esasperati dai suoi comportamenti, hanno deciso di lasciare il palazzo. Non c'era verso di farlo desistere. Più gli si chiedeva di smetterla, più lui faceva peggio. E così capitava che dal piano in cui alloggiava, il sesto, piovevano vasi di fiori che a volte lisciavano il bersaglio, altre lo prendevano in pieno. Per miracolo non sono stati centrati i passanti, ma in un paio di casi i parabrezza delle auto parcheggiate sono andati in frantumi. E poi, quando non c'era il lancio dei vasi, il pentito si accontentava di sfregiare i portoni oppure di aggredire verbalmente le persone che prendevano l'ascensore. Qualcuno, come detto, ha preferito andarsene. Altri, non potendo fare altrimenti, hanno dovuto studiare qualsiasi stratagemma per non incontrare l'indesiderato condomino lungo le scale oppure facendo attenzione anche a non lasciare l'auto all'indirizzo del suo balcone. I suoi trascorsi giudiziari, poi, incutevano un certo timore.

Lui. ovviamente, negava anche di fronte all'evidenza, sostenendo che fosse tutta una montatura degli altri condomini (per lo più professionisti che nel palazzo hanno il proprio studio) per cacciarlo. Così, per incastrarlo, è stato necessario piazzare delle telecamere nascoste.

Una volta in possesso delle prove, i condomini hanno potuto presentare la denuncia che ha fatto scattare l'indagine. Al pentito alla fine è stata trovata un'altra sistemazione. Forse, chissà, era questo lo scopo che voleva raggiungere. Ma gli è costato un processo per il reato di stalking condominiale. Contro di lui si sono costituite ben 20 parti civili, tutte rappresentate dall'avvocato Nicola Ottaviani. La prossima udienza è stata fissata per la metà di giugno: saranno ascoltati i primi testimoni.
 

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