Un lungo colloquio, durato oltre due ore, per fare il punto sul presente e sul futuro del Consorzio industriale del Lazio. È quello che c'è stato ieri a Frosinone, nella sede dell'ente, tra il vicepresidente e assessore della Regione, Roberta Angelilli, e il presidente dimissionario del Consorzio, Francesco De Angelis. Con loro c'era anche il numero uno di LazioInnova, Francesco Marcolini.
De Angelis li ha accolti intorno alle 10.30.
La fase commissariale dovrebbe iniziare a gennaio, non prima dei saluti di De Angelis: «Sono pronto a lasciare non appena la Regione sarà pronta - ha detto il presidente, che il 7 novembre ha annunciato le dimissioni dall'ente strategico territoriale nato nel 2021 -. Sono soddisfatto dei risultati raggiunti in questi due anni: oggi c'è un Consorzio che funziona, ben avviato, con tanti progetti realizzati e altri in cantiere. Si chiude una fase di rodaggio e di messa a punto».
Una decisione, quella di De Angelis di rimettere l'incarico nelle mani della Pisana, presa dopo le elezioni di febbraio che hanno riconsegnato il Lazio al centrodestra. «Ringrazio l'assessore per lo sblocco dei fondi che consentono di avviare soltanto in Ciociaria 25 opere. Per quanto mi riguarda tornerò a dedicarmi a tempo pieno alla politica» ha concluso il presidente regionale del Pd.
L'assessore Angelilli ha tracciato la nuova rotta del Consorzio: «Questo è stato un primo incontro per analizzare criticità e potenzialità dell'ente - ha spiegato -. Le necessità sono due: rivedere lo statuto, che dev'essere più snello e meno vincolante, anche per superare alcune problematiche e renderlo più efficace, e ridefinire la governance per potenziare al massimo il Consorzio. È e deve essere un volano ancora più forte per lo sviluppo, anche attraverso una solida collaborazione con il Mimit (ministero delle imprese e del made in Italy), che può rappresentare un supporto per gli investimenti, e un'azione più incisiva sulle risorse del Pnrr». L'obiettivo, dunque, è consolidare e far crescere il Consorzio. Su questo Angelilli ha spiegato che una delle possibilità praticabili a stretto giro è «l'ingresso della Regione tra i consorziati». Oltre a ciò, non si esclude il coinvolgimento della città metropolitana di Roma Capitale con una quota maggiore. Tra le ipotesi anche quella di un allargamento del perimetro consortile all'area del Viterbese, al distretto di Civita Castellana e all'area portuale di Civitavecchia.