Frosinone fuori dalla "Zes" dei benefici, corsa contro il tempo: Rocca scrive al governo, primo sì agli emendamenti Ottaviani

Si tratta di aree dove le aziende potranno beneficiare di agevolazioni fiscali e burocratiche

Frosinone fuori dalla "Zes" dei benefici, corsa contro il tempo: Rocca scrive al governo, primo sì agli emendamenti Ottaviani
di Stefano De Angelis
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Venerdì 20 Ottobre 2023, 07:24 - Ultimo aggiornamento: 08:56

Fronte politico trasversale per un unico obiettivo: fa rientrare la Ciociaria e il Pontino nella "Zes unica", zona economica speciale, che al momento racchiude otto regioni del Centro-sud, ma non il Lazio. Il tempo stringe e i partiti accelerano per evitare che le due province restino fuori dal perimetro della "mappa" nazionale in cui è prevista l'introduzione di agevolazioni fiscali e di semplificazioni amministrative per il comparto produttivo. In sostanza, come contenuto in un recente decreto legge, nella aree selezionate le aziende già attive e quelle di nuova apertura potranno beneficiare di condizioni favorevoli in relazione agli investimenti e alle attività di sviluppo.

Una questione balzata in primo piano in quei territori non inclusi, ma contigui con quelli in cui scatterebbero le speciali misure tese al rilancio dell'economia e dell'occupazione.

Ed è il caso che sta tenendo banco in Ciociaria, dove associazioni di categoria e forze politiche hanno espresso forti preoccupazioni temendo per il livello di competitività del comprensorio e una riduzione della capacità attrattiva sul piano degli investimenti, fino a paventare i rischi delocalizzazione e deindustrializzazione. Questo perché tra le regioni ricomprese nella "Zes", oltre a Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna, ci sono le vicine Molise, Abruzzo e Campania, che confinano con la provincia di Frosinone.

FRONTE COMUNE

Da qui la mobilitazione per far includere anche il Basso Lazio nella geografia dei benefici. Una partita che si sta giocando su più fronti. Da un lato si punta sul canale diplomatico, come il dialogo intercorso tra il deputato Massimo Ruspandini di FdI e il ministro per gli Affari europei e il Sud Italia, Raffaele Fitto; dall'altro su quello istituzionale formale, con gli emendamenti presentati dalla Lega a firma dei parlamentari Nicola Ottaviani e Giovanna Miele (quest'ultima di Latina), che nelle ultime ore, superando il vaglio della Commissione bilancio della Camera, sono stati dichiarati ammissibili. A ciò si aggiunge anche l'iniziativa del deputato del Pd Claudio Mancini, originario di Picinisco ed eletto nella Capitale: anche lui ha depositato in Commissione un testo di modifica del cosiddetto "Decreto Sud" per il rilancio del Mezzogiorno, l'atto normativo che contempla l'istituzione, a partire dal primo gennaio 2024, della Zona economica speciale unica.

In campo nei giorni scorsi sono scesi anche i consiglieri regionale dem Sara Battisti e Salvatore La Penna: hanno presentato una mozione alla Pisana. Prima ancora un ordine del giorno era stato promosso dai colleghi d'aula di FdI, Daniele Maura ed Enrico Tiero.

Ora, dopo le sollecitazioni arrivare da più parti, si è attivato anche il governatore del Lazio. Ieri, infatti, Francesco Rocca ha inviato una lettera al ministro Fitto: all'esponente del governo Meloni, ha chiesto di estendere la "Zes" anche alle province di Latina e di Frosinone. Rocca, esponendo le «preoccupazioni legate all'impatto potenziale sulle regioni confinanti» con quelle coinvolte nella "Zes", ha sottolineato: «Questo potrebbe ulteriormente penalizzare le regioni già in difficoltà economica, creando uno squilibrio nell'attrazione di investimenti produttivi. Siamo preoccupati per l'effetto negativo che questa iniziativa potrebbe avere sulle regioni limitrofe, che, malgrado affrontino sfide simili, non potranno godere degli stessi benefici fiscali e di semplificazioni amministrative».

La Regione, dunque, ha proposto «l'istituzione di un regime speciale - esteso alle aree in difficoltà di sviluppo già individuate, immediatamente vicine alla"Zes unica" - avente le stesse agevolazioni previste per le regioni del Mezzogiorno» e, inoltre, ha chiesto «particolare attenzione per le imprese che insistono nelle province del Lazio meridionale», quindi in quelle di Frosinone e Latina. Il presidente del Lazio ha anche rivolto un appello al governo «affinché venga avviata una discussione con la Commissione europea volta a garantire un trattamento equo alle regioni limitrofe».
 

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