Frosinone, il caso "Zes unica": Ciociaria fuori dalle agevolazioni, appello al governatore Rocca

Frosinone, il caso "Zes unica": Ciociaria fuori dalle agevolazioni, appello al governatore Rocca
di Stefano De Angelis
3 Minuti di Lettura
Giovedì 12 Ottobre 2023, 12:59 - Ultimo aggiornamento: 13:03

 

Si chiamano Zes, significa Zona economica speciale. In sostanza si tratta di aree in cui le aziende già presenti e quelle che, eventualmente, si insedieranno possono beneficiare di agevolazioni, anche fiscali e burocratiche, per quanto riguarda investimenti e attività di sviluppo. Una misura che potrebbe ridare linfa alla competitività dei comprensori.

Il primo gennaio in Italia entrerà in vigore la "Zes unica", istituita con decreto legge, in cui, almeno per ora, non rientra il Lazio, di conseguenza la Ciociaria.

Una questione già sollevata nei giorni scorsi da Federlazio, che aveva chiesto a gran voce l'inserimento delle province di Frosinone e Latina tra i territori individuati. «Il Basso Lazio non è soltanto un territorio fuori dalla Zes, ma è confinante con aree che andranno a usufruire dei benefici - avevano spiegato dall'associazione frusinate delle piccole e medie imprese -. Si creeranno, pertanto, condizioni di concorrenza molto forti che potrebbero portare ad accentuare un processo di delocalizzazione di imprese che, a distanza di pochi chilometri, avrebbero l'opportunità di vantaggi competitivi rilevanti. Ciò andrà a impoverire ulteriormente un tessuto economico già in difficoltà».

L'INIZIATIVA IN REGIONE
Ora a sollecitare l'estensione della Zona economica speciale sono stati i consiglieri regionali Enrico Tiero e Daniele Maura (FdI), rispettivamente presidente e vicepresidente della Commissione sviluppo economico e attività produttive della Pisana. «Tutto il Lazio o almeno le province meridionali di Latina e Frosinone, nonché la zona di Rieti, devono poter rientrare nella "Zes unica" - hanno spiegato in una nota congiunta -. Rappresenta un importante strumento per accrescere l'attrattività e la competitività del Mezzogiorno d'Italia, riducendo il divario con il resto del Paese e dell'Ue - aggiungono -. Si tratta di un vero e proprio volano decisivo per l'economia del Sud, dell'Italia e del Mediterraneo, capace di segnare una svolta per il rilancio anche in termini di rinnovata centralità dell'intera area. Si tratta di una misura che sviluppa competitività e in alcun modo può trasformarsi in un'insensata competizione tra territori. Vi sono dei precedenti, come quello della Cassa del Mezzogiorno, che evidenziano questa peculiarità territoriale e che in passato hanno permesso alle province di Latina e Frosinone di godere delle agevolazioni previste per altre regioni».

Per i due consiglieri, paventando come Federlazio il rischio deindustrializzazione dei territori esclusi, ma vicini a quelli in cui scatterebbero le speciali misure, è «urgente e necessario un intervento affinché almeno il Basso Lazio e il Reatino entrino nella Zes». Per questo hanno annunciato di aver promosso un ordine del giorno con un obiettivo preciso: chiedere al presidente Rocca e alla giunta regionale di «attivarsi con il governo e tutte le autorità competenti per poter permettere a tutto il Lazio o in subordine alle province confinanti con i territori ricompresi nella nuova Zona economica speciale, quindi all'area meridionale (province di Latina e Frosinone) e all'area di Rieti, di rientrare nella "Zes unica"», di cui al momento fanno parte Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna.

© RIPRODUZIONE RISERVATA