Frosinone fuori dalla "Zes" dei benefici, la Lega sollecita Di Stefano: assise urgente e congiunta con Latina

Frosinone fuori dalla "Zes" dei benefici, la Lega sollecita Di Stefano: assise urgente e congiunta con Latina
di Stefano De Angelis
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Martedì 17 Ottobre 2023, 20:16 - Ultimo aggiornamento: 19 Ottobre, 21:45

Il caso “Zes” continua a tenere banco in Ciociaria. Dal primo gennaio 2024, infatti, in Italia scatterà la Zona economica speciale unica, nel cui perimetro, almeno per ora, non rientra il Lazio. Di conseguenza rimane fuori anche la Ciociaria.

Cosa è la “Zes”? Individuata in un recente decreto legge, prevede la possibilità per le aziende già operanti o per quelle che nasceranno di beneficiare di agevolazioni fiscali e semplificazioni amministrative per quanto concerne investimenti e attività di sviluppo.

Una questione rilevante per associazioni di categoria e partiti politici, che temono il rischio deindustrializzazione dei territori esclusi e confinanti con quelli in cui, invece, saranno applicabili le speciali condizioni.

Al momento nella “Zes unica” contemplata nel cosiddetto “Decreto Sud”, per il rilancio del Mezzogiorno, fanno parte otto regioni: Basilicata, Calabria, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna, Campania e Abruzzo, le ultime due limitrofe al Lazio e alla provincia di Frosinone.

Il tempo stringe e le forze politiche locali hanno fatto fronte comune nel tentativo di far includere in questa “mappa” anche la Ciociaria.

Un ordine del giorno è stato promosso, nei giorni scorsi, dal principale partito della coalizione di maggioranza in Regione, Fratelli d'Italia: l'iniziativa dei consiglieri Enrico Tiero e Daniele Maura, rispettivamente presidente e vice presidente della commissione Sviluppo economico e Attività produttive, è in sostanza una richiesta rivolta al presidente Rocca e alla giunta di «attivarsi con il governo e tutte le autorità competenti per poter permettere a tutto il Lazio o in subordine alle province confinanti con i territori ricompresi nella nuova Zona economica speciale, quindi all’area meridionale (province di Latina e Frosinone) e all’area di Rieti, di rientrare nella “ Zes unica”».

Il Pd, attraverso i consiglieri regionali Sara Battisti e Salvatore La Penna e il deputato Claudio Mancini, ha presentato una mozione alla Pisana: in sostanza i dem chiedono al governatore Rocca di avviare un'interlocuzione con il governo Meloni. L'obiettivo è lo stesso: sollecitare l'estensione della “Zes”.

A favore dell'inclusione del Basso Lazio si è schierata anche la Federlazio Frosinone.

Sull'argomento tra le prime a prendere posizione è stata la Lega con il consigliere provinciale Andrea Amata (all'inizio di settembre aveva scritto alla premier Meloni), cui si è aggiunto l'intervento dell'eurodeputata Maria Veronica Rossi.

Ora Amata, insieme al collega d'aula e di partito in piazza Gramsci, Alessandro Pizzuti, è tornato sull'argomento. Entrambi hanno chiesto la convocazione di un Consiglio provinciale straordinario e urgente per trattare “uno specifico ordine del giorno inerente all'istituzione della Zes per le province di Frosinone e Latina”. Nell'istanza presentata al presidente Luca Di Stefano e al segretario generale Daniela Urtesi, inoltre, hanno proposto di svolgere la seduta in maniera congiunta con l'assemblea provinciale di Latina. Il partito di Salvini torna così a premere con l'obiettivo di giungere all'allargamento della “Zes”.

“E’ fondamentale fare presto e farlo in maniera tale da fare sentire la voce delle istituzioni locali. La Zes può essere un’occasione anche per il Basso Lazio. Di contro, esserne esclusi, essendo un territorio a confine con la Zes, significa penalizzare un contesto economico e imprenditoriale già depresso - hanno spiegato Amata e Pizzuti -. Abbiamo inoltrato la richiesta per impegnare il presidente della Provincia di Frosinone, una volta deliberato in sede consiliare, ad attivarsi, di concerto con i parlamentari del territorio e la Regione Lazio, per verificare la possibilità di emendare il Decreto Sud, al fine di estendere questa importante misura di sviluppo anche ai territori cuscinetto i cui indicatori economici appaiono negativi e, per ciò stesso, rivelatori della ineludibile necessità di adottare azioni e provvedimenti che sostengano fattivamente la crescita. C’è bisogno dell’intervento di tutti gli attori territoriali - concludono - perché ormai è chiaro il pericolo che corre il nostro già fragile sistema produttivo”.

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