Frosinone, inferno nel versante laziale: ancora fuoco e devastazione. Il rogo sale e sfiora il Parco, boschi cancellati: «E' doloso»

Frosinone, inferno nel versante laziale: ancora fuoco e devastazione. Il rogo sale e sfiora il Parco, boschi cancellati: «E' doloso»
di Stefano De Angelis
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Mercoledì 6 Luglio 2022, 23:59 - Ultimo aggiornamento: 7 Luglio, 00:28


Un disastro ambientale. Un danno enorme al patrimonio naturalistico di una delle zone più suggestive della provincia di Frosinone. Pinete, piante e alberi spazzati via in poche ore. Ci vorranno anni per rivederli. Uno degli incendi più drammatici, il più devastante mai scoppiato in Val di Comino e il più grande per dimensioni.

Quella di ieri, mercoledì 6 luglio, è stata la quinta giornata di fuoco, distruzione e passione nell’area contigua del versante laziale del Parco nazionale. Il fronte delle fiamme, partito sabato dai boschi tra San Donato Val di Comino e Alvito (località Fontanelle), non ha concesso tregua: si è esteso ancora salendo prepotentemente verso nord-ovest e lasciandosi dietro una scia di cenere e fumo.

Alimentato dal vento, si è addentrato in una gola ricca di alberi lambendo i territori dall’area protetta, al confine con l’Abruzzo. Si è spinto verso le pendici sotto Serra del Re, oltrepassando ancora una volta la barriera d’asfalto della strada regionale 509: qui ha aggredito il bosco di conifere.

Già nei giorni scorsi si era propagato oltre il bivio per Sora, superando la casa cantoniera. Uno scenario, divenuto sempre più emergenziale, che ha fatto scattare l’allarme anche nel versante abruzzese. Per evitare che le fiamme raggiungano le aree di crinale del Parco, da ieri sono al lavoro anche squadre della Protezione civile della Regione Abruzzo, i guardiaparco, carabinieri forestali del Parco, per un totale di 25 unità. Si aggiungono alle quasi cento impegnate sull’altra linea di trincea, quella laziale. In azione ormai da giorni ci sono vigili del fuoco e volontari della Protezione civile della Val di Comino e addirittura del Cassinate. Un esercito in campo per quella che è diventata una battaglia e una corsa contro il tempo.

I DANNI
Le montagne, dunque, continuano a bruciare e finora, secondo una prima stima, sono stati divorati circa 60-65 ettari di patrimonio arboreo, tra pini, conifere e vegetazione varia. Una parte del polmone verde è stata cancellata.
Coppie di Canadair ed elicotteri, ormai in azione da quattro giorni, anche ieri hanno sorvolato i cieli della Val di Comino e dell’area contigua. Hanno fatto avanti e indietro sganciando altre migliaia di litri d’acqua per cercare di frenare l’avanzata del fuoco. In mattinata, mentre il fronte più caldo si era spostato in quota, nell’area di mezza costa tra San Donato e Alvito il rogo sembrava sotto controllo. Ma non era così: intorno alle 12.30 sono ripartiti alcuni focolai ed è stato necessario un ulteriore intervento dei mezzi aerei, in volo fino al tardo pomeriggio.

A rendere complicate le operazioni da terra, oltre alla folta vegetazione, sono le fiamme che hanno avvolto le chiome degli alberi. Adesso si spera nella pioggia, annunciata per oggi. Nel frattempo, per motivi di sicurezza e per consentire le attività delle squadre di soccorso la regionale 509 per Forca d’Acero resta chiusa al traffico.

LE INDAGINI
Per vigili del fuoco e Parco nazionale non ci sono dubbi: si è trattato di un incendio di natura dolosa. Le prime verifiche sull’inizio e sulle modalità di propagazione delle fiamme inducono a battere soltanto una pista. Al lavoro per fare piena luce ci sono anche i carabinieri forestali: hanno già raccolto materiale informativo ritenuto utile e si apprestano a eseguire un sopralluogo tecnico sui territori, ma si dovrà attendere la fine dell’incubo.

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