Cartiera: l'Aia non basta, caso al Ministero

Cartiera: l'Aia non basta, caso al Ministero
di Alberto Simone
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Martedì 6 Febbraio 2024, 09:31 - Ultimo aggiornamento: 10:17

 

La vertenza della cartiera Reno De Medici finirà all'attenzione del Ministero dell'Ambiente. Con l'AIA rilasciata dalla regione Lazio è stato compiuto un importante passo in avanti, ma ancora non basta. Serve una norma nazionale che vada a superare le prescrizioni imposte dal perito incaricato dalla Procura della Repubblica di Cassino dopo che sono scattati i sigilli all'impianto di Villa Santa Lucia: tale norma dovrà specificare che i cosiddetti fanghi non devono essere smaltiti all'esterno, ma possono essere riutilizzati. Così come ha chiesto l'azienda e così come avviene in tutte le cartiere. Questo nodo non è stato sciolto nel tavolo di ieri in Regione Lazio: al vertice al quale hanno preso parte l'Ad di Rdm Group, il presidente di Assocarta e le sigle sindacali di categoria si è però registrata un'unità d'intenti sulla ripresa della produzione da parte della cartiera Reno De Medici e ottimismo trapela sia dai vertici aziendali che dai sindacati.

LA REGIONE

Ancora più ottimista dell'azienda e delle organizzazioni sindacali sono i vertici della regione Lazio, ed in primis il consigliere Daniele Maura, che ieri, al termine dell'incontro ha dichiarato: «In un periodo di forte crisi la promessa fatta ai dipendenti della Reno de Medici è stata mantenuta, la regione ha rilasciato l'autorizzazione AIA che permette all'azienda di riprendere il ciclo produttivo, recuperando i materiali di scarto rimettendoli in produzione. Abbiamo fatto un'ulteriore passo in avanti, per chiarire definitivamente la classificazione dei fanghi primari, la regione, l'azienda e le parti sociali in maniera congiunta chiederanno al ministero di interpretare la legge. Noi quello che dovevamo fare l'abbiamo fatto e l'azienda già da domani potrebbe riaprire, dopo l'intervento del ministero qualora servisse correzioni siamo a disposizione, la nostra priorità è salvare i posti di lavoro».
Parole, quelle del consigliere Maura, che fanno il paio con quelle dell'assessore all'Ambiente e alla Transizione energetica della Regione Lazio, Elena Palazzo che alla vigilia del vertice aveva evidenziato: «L'apertura da parte delle istituzioni e la loro presenza nell'accompagnare le imprese verso una fase importante di trasformazione rappresenta una garanzia di legalità e rispetto delle norme». A chiedere l'intervento del ministro era stato nei giorni scorsi anche il delegato alle Attività produttive di Anci Lazio, Gianluca Quadrini, che aveva spiegato: «Siamo consapevoli dell'importanza della tutela ambientale ed è per questo che, noi di Anci Lazio, chiediamo, con urgenza, al Ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, un incontro aperto e collaborativo al fine di trovare le giuste soluzione che soddisfino le esigenze ambientali e che permettano la continuità produttiva dello stabilimento. Ma siamo anche consapevoli delle difficoltà e delle problematiche, sotto il punto di vista economico, che si presenterebbero qualora avvenisse la chiusura della cartiera. Siamo fiduciosi nella sensibilità e nella responsabilità del ministro. Da parte nostra siamo pronti ad una discussione costruttiva volta a trovare un compromesso che concili la tutela ambientale e sostenibilità economica».

I SINDACATI

All'indomani del vertice, a mostrare un cauto ottimismo, come dicevamo, sono anche i sindacati. Pasquale Legnante della Fistel Cisl sottolinea: «Sono stati chiariti tutti gli aspetti legati all'autorizzazione. Già entro questa settimana o primi giorni della prossima dovrebbe arrivare l'ok alla ripresa anche da parte del Ministero per la ripresa della produzione, ci auguriamo che avvenga in tempi brevi, questo è l'auspicio di tutti noi».
Il tempo stringe, in effetti: il 20 maggio terminano gli ammortizzatori sociali e non è possibile rinnovare la cassa integrazione, per questo motivo è necessario l'ok alla ripartenza.

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